Che quello descritto nella prima storia fu un giorno speciale non vi è alcun dubbio. Ad esso altri ne seguirono. Andrea si dimostrò un amante colto e fantasioso e a suo merito devo dire che non si limitò ad insegnarmi tutti gli aspetti più intriganti del sesso tra maschi. Molte furono le mostre di pittura, i musei e le occasioni culturali alle quali ci recammo insieme: naturalmente anche in queste occasioni non perdeva un colpo. Come quella volta che mi convinse a fargli in pompino nella toilette del museo di arte moderna. Provammo anche l’esperienza del cine porno: fu eccitantissimo farci uno smorzacandela nel bel mezzo di un’orgia di culturisti e trans. Molto più spesso, dopo una estenuante seduta di pesi o una sauna, finivamo a casa sua, dove non perdeva occasione per mostrarmi la sua inventiva. Come quella volta che all’uscita dalla palestra mi chiese di accompagnarlo a fare la spesa al vicino supermarket. Giunti al reparto di frutta e verdure, mostrandomi le carote mi chiese, secondo te ce n’è una che assomiglia al mio cazzo? Io tutto subito mi misi a ridere, ma lui insistette, dai scegline una che ti sembra uguale. Io che già prevedevo qualcosa di eccitante, ebbi un’erezione istantanea. Lui che mi conosceva bene, mi palpò con nonchalance e disse, dai porcellina scegli! Io trovai una carotona che sembrava proprio come il suo pisello: lunga e affusolata. Davvero credi che somigli al mio uccello? Mi chiese. Fidati, risposi, lo so bene. Comprammo altre cose, ma io non vedevo l’ora di arrivare a casa sua e provare il gioco che sicuramente mi avrebbe proposto.
Ed infatti, non appena giunti nel suo appartamento mi disse di aspettarlo in soggiorno. Poco dopo tornò con una s**tola tra le braccia. Dai, mi disse, aprila. All’interno c’era uno splendido completo da…cameriera! Si erano un grembiule bianco di pizzo ed un vestitino con una gonna cortissima senza maniche nero. Lo guardai incuriosito: mettilo mi disse, e non ti pentirai. Io esitai un momento: ma lui si avvicinò mi baciò, e palpandomi a lungo le chiappe disse che ci saremmo divertiti. Così mi spogliai davanti a lui ed indossai il ridottissimo abitino nero e di sopra il grembiulino bianco. C’erano pure un paio di autoreggenti e delle ciabattine con alcuni cm di tacco.
Alla fine mi sentivo impacciato, ma anche tremendamente eccitato. Mi disse, ora giochiamo al padrone ed alla cameriera. Ok feci io. Ci daremo del lei e tu dovrai ubbidirmi. Era tutto molto eccitante, ed il mio pisello già si agitava sotto la ridottissima gonna che lasciava scoperto mezzo sedere. Signorina mi porti un caffè. Andai un poco traballante sui tacchi a preparare il caffè e glielo portai poco dopo sul divano. Lui lo sorseggiò, e poi disse: fa schifo! Ora dovrò punirla per avermi fatto bere una tale schifezza. Si inginocchi a terra a 4 zampe e si sollevi la gonna. Io lo feci e lui cominciò a sculacciarmi prima piano e poi siccome io mi lamentavo, più forte. Io ero sempre più eccitato. E ora ecco la punizione: dalla tasca estrasse la carota. Appena la vidi il mio cazzo ebbe un sussulto già pregustandone la forma. La lecchi: ed io cominciai a fare un bel …pompino alla carota, insalivandola al massimo. Poi lui la riprese e cominciò a lavorarmi il buchino; io cominciai a mugulare di goduria e lui: non si azzardi a venire sa! Ora si rilassi e… ooooppp entrò tutta! Ora la tenga lì e cammini per casa tenendola nel culo. Così mi alzai e camminai avanti ed indietro con la carota piantata nel culo. Beh non immaginate che piacere era sentirla sfregare contro il mio retto e l’interno delle chiappe. Andrea, seduto sul divano mi guardava, ed intanto aveva estratto il suo bell’arnese e se lo menava. Ti piacerebbe metterci questo eh? Magari! Risposi. E lui vieni qui ora e spegni questo candelone con le tue labbra. Mi inginocchiai tra le sue gambe e sempre colla carota conficcata nel sedere, inizia a succhiarglielo. Lo feci con l’entusiasmo e la foga dell’eccitazione, prendendo in bocca tutto quella magnifica stanga. Oramai sapevo farlo senza sentirmi soffocare. MMMM servetta mia come succhi bene MMMMM diceva Andrea. Poi lo sfilò piano e guardandomi disse: dai ora monta a cavallo! E così cominciammo uno dei più lunghi eccitanti e goduriosi smorzacandela che avessimo mai fatto. Dopo qualche minuto come succedeva spesso ebbi un furioso orgasmo, senza toccarmi e sborrai copiosamente sul pavimento. Lui si fermo lo tirò fuori e disse: ti è piaciuto eh! Oh si dissi. Bene ora in ginocchio e lecca via dove hai sporcato. Così dopo un po’, mentre io leccavo la mia sborra dal pavimento e lo imploravo di montarmi più forte lui venne nel mio intestino facendomi godere ancora una volta.
Un giorno speciale 2
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