Qualche giorno dopo, convocai nuovamente il Master. La mistress aveva fatto il suo dovere, ora toccava a lui penetrare la figa della mia cagnolina con la sua possente mano, più grande della mia. Una volta fatto questo, io avrei potuto praticarle il fisting senza bisogno di fare particolare sforzi. Una bella lubrificata, e via! Ovviamente, non è che se la figa si dilata una volta, si dilata poi sempre. Sarebbe servito dell’esercizio per tenerla ben aperta, ma il mio cazzo era dentro di lei spesso e volentieri, e dopo che ci sarebbe il passato il Master, io avrei fatto lo stesso, se non tutti i giorni, quasi. Volevo provare ad incularla mentre la fistavo. Per questo avevo deciso di allargarla come si deve dal davanti. Il fisting anale non mi ispirava molto, sinceramente, perchè, anche se lei era molto pulita e ci teneva all’igiene, mettere le mani dentro il suo culo, non mi andava. Il mio palo usciva sempre ben pulito dalle penetrazioni anali, ma la mano era un’altra cosa. Non volendo poi rischiare di lesionarle i muscoli anali, con conseguenze poco piacevoli, preferivo limitarmi al plug ed al mio cazzo, nel suo lato b.
Il Master ripetè pari pari ciò che aveva fatto la Mistress prima di lui. Lubrificazione abbondante, legando la mia troietta per fare in modo che non si muovesse, molta pazienza, ed un continuo movimento ad allargare. Le tre dita entrarono subito, così anche la quarta. Come spiegavo la volta scorsa, fino alle quattro dita, è facile, è quando si chiude il pugno, che le cose si complicano. Lei assorbiva il tutto con gemiti di dolore misti a quelli di piacere. Quando il Master tentò il primo affondo a pugno chiuso, emise un grugnito profondo, e poi un grido. Le toccò un ceffone da parte del Master, che mi sorprese! Non credevo sarebbe arrivato a tanto. Quando feci per difendere la mia cagna, lui mi guardò con un’espressione truce, scosse la testa impercettibilmente, mosse gli occhi verso il basso e poi verso l’alto. Capii cosa voleva dire, e mi ritrassi, quando mi vide farlo, mi fece una velocissima strizzata d’occhio, che lei non vide. Continuò a lavorare la figa con determinazione, e quando fu la volta del secondo affondo a pugno chiuso, il lamento gutturale, seguito ad un grido di minor entità, fu punito da me con un paio di schiaffi.
"Smettila di guaire, troia, e ringrazia il Master che ti sta elevando di grado!"
Lei mi guardò con gli occhi lucidi, sussurrò un ringraziamento al Master, e due goccioloni le scivolarono sulle guance. Dopo qualche minuto, il terzo affondo fu coronato da successo.
"Oddio, così me la spacchi!!!" urlò la troietta, e di nuovo si prese due ceffoni da me.
"Porta rispetto al Master, e rivolgiti a lui dandogli del lei, stupida troia!"
Lei pianse altre lacrime amare, prima di parlare.
"Mi scusi, Master, la ringrazio per ciò che sta facendo per me."
Lui non si degnò di risponderle, ma si voltò verso di me con espressione soddisfatta, annuendo.
Con tutto il pugno dentro la figa, lei si sentiva come scopata da un palo della luce. Ogni leggero movimento che il Master faceva, ritraendosi leggermente, o spingendo verso l’interno, sentiva un cumulo di dolore esplodere nel basso ventre. I grugniti di dolori erano continui, finchè lui non accellerò il ritmo del pugno dentro la sua figa, spostando la mano dentro di lei, roteandola, fino a far combaciare la nocca del pollice alla parte alta della parete vaginale, sotto al clitoride. Il movimento roteatorio la fece impazzire di dolore ed ululare, ma quando la nocca cominciò a strofinare la parete vaginale, sotto al clitoride, dove si dice sia posizionato il punto g, i guaiti di dolore mutarono rapidamente in gemiti di piacere, sempre più profondi ed a****leschi.
Cominciò a ripetere "oddio" ogni due secondi, una litania di "oddio" che sembrava non avere mai fine, fino a quando il Master, improvvisamente, estrasse la mano dalla figa, con una velocità così sorprendente da farmi spalancare la bocca per la sorpresa. Lei, anche se impossibilitata a muoversi, si contrasse all’interno del legaccio, boccheggiò, e subito dopo ebbe un orgasmo così violento, che lo squirting volò per oltre un metro dalla sua figa. Squirtava e gemeva, senza fiato. Il Master affondò di nuovo dentro di lei, dritto come un fuso, e di nuovo fuori. Usava il pugno con un gigantesco vibratore, dentro e fuori dalla sua figa, ed ogni entrata ed uscita corrispondeva ad uno squirt prolungato. Lo ripetè almeno tre volte, ma forse sono state quattro, fino a che lei, esausta, non crollò fisicamente. Anche se legata, si vedeva che i suoi arti erano praticamente tenuti su dalle corde, lei era completamente molle, priva di forze, piacevolmente devastata dai ripetuti orgasmi squirtanti.
Il Master mi guardò, ed ad un mio cenno, tirò fuori il suo cazzo, che era già bello in tiro. Forzò oralmente il rapporto, scopando la bocca della mia cagna con una foga che io non avevo mai raggiunto, fino a quando diventò durissimo. Allora si mise un preservativo, anche se io non glielo avevo richiesto, e la penetrò dove era stato fino a poco prima con la mano. Lei riprese a gemere, lievemente. Lui però voleva il piatto completo, e con la mia benedizione si prese anche il suo culo. Entrava con il cazzo fino alla radice, sbattendole i coglioni sulle natiche. Guardare lo spettacolo me lo faceva venire duro in un modo tremendo, non riuscii a res****re, lo tolsi dai pantaloni, e mi unii a loro. Slegammo la mia troia, e mentre lui continuò a farsi il culo, io me lo feci lavorare di bocca. A gesti gli feci capire di voler venire insieme. Lui annuì, continuammo a penetrarla nei rispettivi buchi per diversi minuti, mentre lei mi lavorava il cazzo con una sapienza notevole, dedicandosi sopratutto alla cappella, per farlo rimanere bello duro ed avere una più abbondante sborrata al termine. Quando lui mi fece cenno, glielo tolsi dalla bocca, lui uscì dal buco del culo, si tolse il preservativo, e mi raggiunse al lato della sua faccia.
"Apri la bocca, puttana, che ti facciamo bere" le dissi poco prima di un getto di sborra prorompente, che le finì tutto in gola. Il Master non fu così preciso, ma la sua eiaculazione superò di gran lunga la mia, in quando a quantità, e le finì sulla faccia, sui capelli e sui seni, oltre a quella che riuscì ad indirizzare in gola. Le feci raccogliere tutta la sborra finita in giro e la ingoiò tutta, golosa. Il Master si rivestì, raccolse le sue corde, il fistan ed i guanti in lattice, e ci salutò. Lei rimase sdraiata, senza forze, così la presi in braccio e la portai sotto la doccia. Mentre ci lavavamo, mi svuotai la vescica nella sua boccuccia, e lei ingoiò senza fiatare. Asciugati, andammo a letto, a dormire un pò, prima di uscire per andare ad una festa. Ma la festa sarà il prossimo capitolo. Stay tuned!