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Orgia anale con strapon
Scritto da angelo, il 2012-07-30, genere bisex
Questa, per quanto assurda, è una storia veramente accaduta.
Sono un sigore distinto di Roma e voglio raccontarvi questo mia avventura avvenuta a Pescara.
Fin da ragazzo ho sempre avuto una particolare attenzione per il mio fiorellino posteriore e quando mi masturbavo, non perdevo occasione di infilarci qualsiasi cosa che avesse, se pur vagamente una forma falloide. Crescendo mi perfezionai e iniziai a frequentare dei sexy shop, dove acquistavo falli di diverse forme e dimensioni, vibratori, plug e palline, adatte ai miei scopi.
Non sono omosessuale e non mi piacciono gli uomini ma ho sempre provato grande piacere nel penetrarmi l’ano, nel sentirmi pieno e dilatato e puoi svuotato; tano è vero che sono felicemente sposato ma a mia moglie non interessano certi giochi.
Quando inizia a lavorare, avendo una certa disponibilità economica, mi buttai su prostitute o e****t che potevano farmi il " servizietto ".
le convincevo a infiarsi la mutandina dello strapon e mi facevo scopare per bene, almeno per 20 minuti e poi mi facevo masturbare o facevamo sesso. Con il tempo il mio buchetto era diventato molto elastico, a tal punto che qualche ragazza ci infilava anche una mano, se pur con qualche difficoltà.
Per alcuni anni, frequentai Pescara, dove mi recavo per lavoro e nelle lunghe sere invernali, un p’ò per rilassarmi, un p’ò per il piacere che sopra vi ho descritto, frequentavo prostitute che si adattavano a farmi per bene il culo.
ne conobbi una in particolare, a Montesilvano, con la quale ebbi l’avventura che voglio descrivervi.
Si trattava di una bella ragazzona francese, bionda, alta circa 1,80 con 2 tettone finte ma bellissime, una carnagione sempre abbronzata, un fisico tonico con un culo da sballo.
Lei diceva sempre di essere stufa di farsi scopare e cercava qualcuno a cui piacesse fare qualcosa di diverso; praticamente ero perfetto per i suoi desideri.
Fin dalla mia prima visita, incominciò a scoparmi con i miei falli e poi anche con lo strapon; si divertiva moltissimo, mi girava in varie posizioni e trattava come se fossi la sua troia personale. Era molto attenta ai particolari; iniziava infilando qualche dito, poi i vibratori più piccoli e via sempre più grossi. Quando vedeva che lo sfintere dava segni di cedimento, prendeva i falli, li lubrificava per bene e li infilava in un sol colpo, fino a farli sparire completamente. Poi li tirava fuori, indugiava spingendo leggermente sullo sfintere e quando vedeva che il desiderio cresceva in me, lo riaffondava e girava su se stesso pompando dentro e fuori. Insomma un vero piacere, quasi da svenire per la goduria.
Così facendo facemmo amicizia e entrammo un p’ò in confidenza. Un giorno le chiesi una cosa alla quale stavo pensando da tempo ma che non sapevo come organizzare; le chiesi se aveva delle richieste da parte di regazze o donne che volevano usare lo strapon con qualcuno. Lei inizialmente fu titubante ma poi pensandoci sù mi disse che si poteva fare, a patto che il compenso andasse a lei che mi ospitava per la serata. Io ripartii per Roma con il cuore in gola per l’emozione e per qualche giorno non mi allontanai dal telefono in attesa di sue comunicazioni, fino a quando un pomeriggio mi chiamò, dandomi appuntamento per due giorni dopo e dicendomi che avrei dovuto fare il posiibile per accontentare ben 4 signore che erano da lei per un addio al celibato di una di loro; unica condizione, indossare una mascherina per non essere facilmente riconoscibili.
Due giorni dopo mi recai all’appuntamento e mio malgrado arrivai in ritardo a causa del traffico.
Suonai e la mia amica mi venne ad aprire, mi infilò subito una mascherina nera e iniziò a spogliarmi.
Poi mi porto in salotto, dove trovai le quattro signore già armate dei loro strapon e di mascherina.
Valutai che due erano perlomeno cinquantenni, ma comunque in buona forma fisica, mentre le altre erano più giovani e con fisici longilinei, bei seni e bellissimi culetti.
Subito iniziò la giostra; non vollero sapere il mio nome e tantomeno facemmo due chiacchiere per sciogliere il naturale imbarazzo. Evidentemente erano avvezze a certi giuochi o forse non volevano perdere tempo.
Subito mi ritrovai a 90 gradi sul tappeto al centro del salotto e la prima cercava di saltarmi a dosso; fortunatamente la mia amica la bloccò per permettermi di essere lubrificato a dovere. prese il flacone dell’olio, si unse una mano e ben bene le dita, po passò alle altre che unsero i loro falli.
Quindi iniziò a dilatarmi il culo con le dita, in seguenza, e cercò di infilarci la mano, senza riuscirvi completamente. Poi dette il segnale e le 4 donne mi si buttarono addosso come un branco di lupi affamati; una di loro iniziò a masturbarmi, una mi prese le palle in mano, le mordeva e le tirava a dismisura, una mi salì sulla schiena, rivolta verso il mio culo, cercava di dilatare al massimo le chiappe per far entrare la quarta.
Iniziò la prima penetrazione con un fallo rosa, di medie dimensioni, credo circa 18 centimetri, come il mio cazzo ma un p’ò più stretto e filiforme che infatti non ebbe alcuna resistenza ad entrare.
Poi presa dalla foga, la signora iniziò con affondi sempre più decisi, ma il mio culo accoglieva facilmente quel cazzetto.
Io nel frattempo mi girai verso la mia amica che si era accomodata su un divano e si masturbava infilandosi almeno 4 dita nella fica.
Mi guardava negli occhi e sorrideva compiaciuta.
Dopo 5 minuti toccò alla seconda, una delle giovani che aveva un fallo nero e venoso, più grosso della prima con una cappella ben evidenziata; il mio sfintere fece un p’ò di resistenza all’ingresso ma dopo qualche sberla ben assestata sulle mie chiappe, mi decisi a rilassarmi del tutto e a prendermi così quel bel pezzo di gomma, che entrava dilatandomi al massimo. Sentivo lo sfintere allargarsi sempre più per ospitare il fallo, mentre la ragazza si era messa a cavalcioni su di me e letteralemnte mi cavalcava come fosse in una gare di galoppo. I suoi affondi erano così decisi, che sentivo sbattere la punta del fallo in fondo al mio intestino e quasi mi faceva male; ma la cavalcata continuò fino a che la mia amica, mi vide spossato e decise di fermarla per darmi un p’ò di respiro. Non mi era mai capiatato di ospiatare nel mio culetto, due donne e mai così assatanate.
Dopo qualche bicchiere d’acqua fresca, ripresero i giochi.
La mia amica era sempre stravaccata su un divano, nuda con la fica in bella evidenza e se la rideva alla grande, come per sfottermi, come se mi nascondesse qualcosa. Intanto la terza donna si era posizionata dietro di me e mi stava dinuovo lubrificando il culo. Capii subito il perchè; il suo fallo era rosso e grosso, completamente liscio e senza venature, lungo almeno 35 centimetri e con una circonferenza che non avevo mai ospitato e sopratutto con una cappella enorme, con una forma a testa di serpente. La poggiò sul mio sfintere, oramai squassato e dolorante e iniziò a spingere. La testa di serpente era affusolata e non fece fatica ad insinuarsi, quello che però mi squarciò man mano lo sfintere, fu il fusto di quel cazzo che sotto la sua spinta non finiva mai e piano piano mi dilatava all’inverosimile.
Mi sentivo dilatato al massimo, come se le gambe si fossero staccate tra di loro ma quella presenza nelle mie viscere si strofinava sulla prostata e così il cazzo che fino ad allora era rimasto moscio e in balia delle due che me lo tiravano e tormentavano in tutti i modi, iniziò ad indurirsi e colava copiosamente quella sostanza vischiosa e trasparente che anticipia il passaggio dello sperma.
Fu in quel momento che la mia amica bloccò la donna e la fece uscire dal mio culo; il solo passaggio della testa a forma di serpente, fece un fragoroso schiocco che fece ridere tutte; seguirono una serie di scorregge e una fuoriuscita di umori e lubrificante, da farmi sembrare una cavalla che sbrodolava,trombata dal suo stallone.
A quel punto la mia amica si alzò dal divano e venne a mettersi difronte a me , a gambe aperte, con la fica a pochi centimetri dalla mia bocca; invitò la quarta donna a porsi in posizione e poi chiese a me di girarmi a guardare.
Rabbrividii.
Una delle due donne giovani che avevo visto entrando nel salotto, non era una donna ma un trans, dotato di un cazzo a mio avviso colossale, nero, lucido, con una cappella a forma di fragola rosea; praticamente un bastone di carne, dritto come un palo della luce.
La tiza se lo stava lufricando e se accarezzava con la mano, quasi a volerlo far crescere ancora un p’ò.
La mia amica disse " immaginavamo che saresti stato così bravo e paziente, e che avresti goduto di tutte le nostre voglie represse e così ti abbiamo organizzato una sorpresa. Ma non vogliamo che il cazzo ti piaccia troppo e quindi mentre lui ti sfonda, mi leccherai la fica in maniera da aver sempre presente qual’è la tua vera natura ".
Così le tre donne si misero dietro e affianco al mio culo, con le mani che cercavano di dilatarmi le chiappe al massimo, mentre sentivo il caldo della cappella nera che si appoggiava al mio sfintere dilatato e gonfio, praticamente rimasto aperto dalla penetrazione precedente.
La cappella entrò senza difficoltà e la tizia rimase così ferma come ad aspettare un segnale; io avevo iniziato a leccare la fica della mia amica e ingoiavo tutti i suoi umori amarognoli. Dopo qualche minuto in cui tutti eravamo fermi in quella posizione, mentre io tremavo come una foglia al solo pensiero di quello che mi stava per succedere, la mia amica disse " ora sfondalo " e così quel tizio alle mie spalle, iniziò a spingere in maniera lenta ma inesorabile; il culo mi bruciava dal dolore ma al tempo stesso la cosa mi piaceva e mi intrigava e cos’ anche io iniziai a spingere per farlo entrare più facilmente, fino a quando sentii le sue palle che sbattevano sul mio culo.
Iniziò subito un pompaggio da brivido, da sogno; non pensavo che mi potesse piacere tanto una inculata di quelle dimensioni. Ricevere un cazzo vero è tutta un’altra cosa che i freddi falli di gomma e così rimasi lì a gustarmi quel palo che entrava ed usciva; mi sembrava sempre più caldo e dalla goduria emettevo dei gridolini come una verginella.
Non so quando andò avanti la cavalcata, vi posso solo dire che me la stavo godendo a tal punto che il mio cazzo eiaculò senza che alcuna di loro me lo sfiorasse. Anche la mia amica era estasiata di come stavo godendo con quella trave nel culo, mentre le tre donne si erano tolte gli strapon e si stavano masturbando sdraiate dui divani.
Dopo qualche minuto il tizio iniziò a dare segni di un orgasmo in arrivo e la mia amica mi disse di non muovermi perchè dovevo provare anche questa emozione; in effetti il tizio sborrò e sentii nitidamente il suo seme caldo che mi riempiva gli intestini e quasi venni dinuovo, colando una piccola quantità di sperma.
Poi il tizio, con il cazzo non in erezione ma ancora gonfio di sangue, mi ritirò lasciandomi una sensazione di vuoto indescrivibile; era come se qualcuno mi avesse strappato le viscere facendole uscire fuori dal culo. Barccolai e dalla posizione a quattro zampe, caddi sulla mia amica, anch’essa esausta delle mie leccate che la avevano portata più volte all’orgasmo.
Non so quanto tempo rimasi in queela posizione, semisventuo e sentii le quattro donne parlottare tra di loro e vestirsi per andare via. Rimasi con la mia amica che mi venne vicino con un fazzoletto bagnato di acqua gelida e mi ripulì più volte il culo, cercando di richiudere lo sfintere che era rimasto oscenamente dilatato di almeno 4 centimetri.
Quando mi ripresi la mia amica mi portò a fare una doccia e poi ci mettemmo a commentare quanto accaduto; le mi disse che in tanti anni di " lavoro " , mai aveva assistito ad una scena del genere e si voleva quasi scusare conme della sorpresa che mi avevano fatto.
Io gli confessai che arrivato a 40 anni, non avevo mai goduto come in quella occasione e gli chiesi se ci sarebbe stata l’occasione di ripetere un’esperienza del genere.
Lei con decisione mi disse di " no " perchè non voleva che a forsa di prenderlo nel culo, diventassi frocio e così dicendo si buttò sul mio cazzo, se lo infolò in bocca e mi fece un pompino " storico ", proprio per ricordarmi della mia vera natura.
Poi stanchi ci addormentammo sul divano e l’indomani ripartii per Roma con il culo dolorante ma contento.
Dopo qualche giorno la chiamai per sapere quanto si era fatta dare dalle amiche per giocare con il mio culo; ben 200 € da ogna delle donne e gratis dal suo amico trans.
Venni anche a sapere che le donne erano " dell’alta" borghesia di Pescara, la più giovane si doveva sposare il giorno dopo e le altre due più anziane, erano la madre e la zia.
Ma in che mondo viviamo ?
strap57@live.it
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