Mi ha poggiato una mano sulla testa e mi ha chiesto se ero pronta.
Ingenuamente ho risposto “si, Padre”.
Allora il depravato si è sollevato il saio, ho subito visto che non aveva le
mutande e che aveva la MAZZA eretta, mi ha spinto con la mano verso il suo cazzo e mi ha costretta a prenderglielo in bocca,
poi si è alzato, il saio mi è finito sulle spalle, sono restata al buio, mi ha bloccato la testa ed ha cominciato a CHIAVARMI in bocca, non sono riuscita
a divincolarmi, che schifo, ho provato un immane ribrezzo, ho fatto tanti bocchini ma mai contro la mia volontà, ma invece adesso quel maiale mi violava la bocca contro il mio volere, ho pensato di dargli un morso da staccargli mezzo cazzo ma poi ho desistito perché mi sono ricordata che ero lì per aiutare il mio amore e mi sono rassegnata a farlo fare tutto quello che voleva, dopo poco ha intensificato il movimento, ho capito subito che stava per venire, infatti mi ha scaricato in gola una quantità enorme di densa SBORRA che ovviamente non ho ingoiato e che mi è fuoriuscita dalla bocca colandomi sul vestito insozzandomelo tutto, lui, come se niente fosse, si è ricomposto e si è rimesso a sedere.
Se avessi avuto un’arma lo avrei ammazzato.
Poi mi ha dato un fazzoletto per pulirmi il viso, mi ha accarezzata e mi ha
aiutata ad alzarmi, quindi il porco mi ha detto che mi capiva, “lo so la carne è
debole”, ed ha aggiunto “come vedi a questo mondo siamo tutti peccatori”.
Sono scappata a casa, avevo bisogno di lavarmi, di purificarmi ma il sapore acre
della broda mi era rimasto alla gola, non ho resistito ed ho vomitato.
Più tardi sono andata da Angelo per aggiornarlo sulla visita al Frate, giusto
un bacio e subito mi ha chiesto come andata, gli ho raccontato tutto ad
eccezione, ovviamente, del bocchino forzato che sono stata costretta a fare, e gli ho detto che secondo me, dopo l’ampia confessione e la promessa di troncare la nostra storia, ci aveva perdonati.
“Quello è un zozzo, se ci ha perdonati è perché ti avrà chiesto e tu sarai stata costretta a concedergli qualche prestazione sessuale”
“Ma tu sei matto, per chi mi prendi?, per una donna di facili costumi, io certe
cose le faccio solo con te e solo perché ti amo.”
“Mica volevo offenderti, tesoro, ho detto ti ha costretta, lo sanno tutti che lui è un grande estimatore delle pompe con l’ingoio, mica ha voluto che lo spompinassi e gli ingoiassi la sborra?”
Gli ho giurato di no, ma tu sai che io a lui non so mentire quindi forse la mia voce è suonata falsa e lui non mi ha creduta.
“Povero angioletto mio, tu hai fatto questo per me?, per il mio lavoro?, come mai
potrò ricambiare questa grandissima prova d’amore che mi hai dato? allora mi ami davvero?”
Non ho parlato più, mi sono stretta a lui e l’ho baciato e poi sono dovuta venir via, si era fatto molto tardi.]
Provai una sorta di gelosia verso quell’uomo di cui mia madre era veramente
innamorata pazza tanto da arrivare a fare un bocchino ad un porco profittatore
nel tentativo di non farlo licenziare e, nel contempo, una sorda rabbia verso
quello squallido Frate ricattatore cui augurai il massimo delle disgrazie.
Appresi sempre dal diario che il dottorino l’indomani comunicò a mia madre che il
Frate l’aveva creduta e l’aveva invitato a ritornare allo studio promettendogli che non avrebbe detto niente al Priore, mia madre ne fu felicissima.
La loro storia riprese normalmente con amplessi ancora più furiosi a base di
lunghe chiavate, poderose inculate e pompini con ingoio che mi arrapavano sempre
di più facendomi sparare delle meravigliose seghe.
Dopo qualche settimana, Angelo, al settimo cielo, disse a mia madre che Frate Giovanni aveva organizzato un pellegrinaggio di tre giorni presso un santuario in Slovenia, lui ci sarebbe andato come accompagnatore e quindi se lei avesse fatto parte della comitiva avrebbero avuto l’opportunità di trascorrere due notti di fuoco.
Mia madre rispose subito di no, non voleva assolutamente correre il rischio di
dover accettare qualche altra avance di quel Frate porco, ma il dottorino la
tranquillizzò dicendole che sarebbe sempre stato con lei e quindi che non correva alcun rischio e poi passò a descriverle le chiavate, le inculate, le godute che avrebbero potuto fare in quei giorni.
Come sempre la mia dolce e puttana mammina si lasciò convincere ed accettò.
Concordarono che l’indomani mia madre si recasse in Chiesa a confermare la sua
adesione.
Ma qualcosa cambiò nei giorni successivi, mia madre non andò in pellegrinaggio e diventò molto triste, non mangiava quasi niente, il pomeriggio non usciva più di
casa.
Non riuscivo a spiegarmi cosa fosse successo anche perché, stando lei sempre in
casa, non potevo leggere il suo diario che mi avrebbe chiarito tutto.
La cosa andò avanti per una settimana, ma un pomeriggio, finalmente, uscì.
Di corsa andai a prendere il diario e cominciai a leggerlo.
[NON E’ POSSIBILE, E’ ASSURDO, NON CI POSSO CREDERE, SE NON L’AVESSI SENTITO CON LE MIE ORECCHIE NON CI CREDEREI.
Caro diario invece di andarci domani, presa dalla frenesia, ci sono andata oggi a
sottoscrivere la mia partecipazione al pellegrinaggio, mi sono diretta verso la sacrestia, all’inizio del corridoio ho visto Angelo entrare nella stanza di Frate Giovanni, l’ho chiamato, non mi ha sentita, arrivata vicino alla porta, ho visto
che era socchiusa, ho pensato di aspettare per non disturbare ed involontariamente
ho ascoltato cosa dicevano,
A: Padre come le avevo detto la signora ha accettato di venire a fare il
pellegrinaggio, domani viene a dargliene conferma, la troia non vede l’ora di
farsi fare il culo da lei, contento?
G: Ma tu sei matto, matto da legare, cosa le hai detto?, quale altra bugia le
racconterai per farle fare altre porcate?
A: Le ho detto semplicemente che lei era rimasto soddisfattissimo del pompino,
cosa che è piaciuto tanto anche a quella stronza, ma che adesso lei vuole farle
anche il culo e la troiona ha accettato con entusiasmo,
G: Ma non è vero, e poi penso che la poverina il pompino l’abbia fatto solo per
salvarti il posto di lavoro che tu ben sai non è stato mai in discussione ma
che sei riuscito, con la menzogna, a farle credere in pericolo, sei diabolico,
non avrei mai dovuto darti ascolto, non dovevo prestarmi al tuo ricatto, non
dovevo fingere di sorprendervi nell’ambulatorio, non avrei mai dovuto
costringere quella santa donna a fare, contro voglia, quello che le ho fatto
fare, l’unico peccato di quella poverina è di essersi innamorata di te,
A: Si ma adesso non faccia il santo, non mi dica che non le è piaciuto il
lavoretto di bocca che le ha fatto quella bocchinara nata e scommetto che ha
voluto pure che le ingoiasse la sborra, conosco bene i suoi gusti, me li ha
descritti benissimo la signora Belli, lo so che lei adora i bocchini con
l’ingoio le lunghe montate e le inculate spacca culo,
G: Tu sai benissimo che fui tentato ripetutamente da quella donnaccia, lo so, ho
sbagliato ma sapessi quante volte ho chiesto perdono al Signore, quante
penitenze mi sono inflitto ma quella più grande me l’ha inflitta il Padreterno
facendoti venire a conoscenza della mia debolezza, sei un delinquente, mi stai
ricattando da tempo, e continui a mettermi in condizioni di potermi ricattare,
tu non hai scrupoli, adesso sei arrivato a coinvolgere anche una donna che ti
ama con tutto il cuore, Dio abbia misericordia di te,
A: Basta con le prediche, adesso mi hai rotto il cazzo, se non vuoi che si sappia
del pompino in sacrestia, domani mi devi procurare venti milioni, mi servono,
lo sai che a fine mese mi debbo sposare, dai non fare lo stronzo, cosa sono per
te venti milioni, e poi credo che siano ben spesi per un bocchino con ingoio
in Sacrestia fatto magistralmente da una vera professionista della pompa e due
notti a chiavare, inculare e farti spompinare da quella grandissima vacca
rottainculo che non è una fredda prostituta ma una vera grandissima zoccola
lussuriosa, viziosa, vera cazzo dipendente.
Abbiamo concordato che la farò impalare sul mio cazzo, le aprirò le chiappe e
tu la inculerai, pensa che goduria, quindi attento a no fare scherzi, la
Signora, per amore mio, è prontissima a dire a tutti che l’hai costretta a
farti una pompa con ingoio in Chiesa.
G: Basta, vade retro satana, vai via, domani avrai i tuoi soldi, io mi darò
ammalato ed al pellegrinaggio non verrò, io non credo ad una parola di quello
che mi dici della tua signora, sono convinto che sia una bravissima persona che
ha perso, spero solo momentaneamente, il ben dell’intelletto drogata dalle tue
menzognere parole, tu cerchi solo di farmi fare cose per cui potrai ricattarmi
all’infinito e penso che cerchi di coinvolgere anche lei in modo da farla
diventare ricattabile come me, FUORI, FUORI!!!!,
A: Bravo vedo che hai capito, è sempre comodo avere una puttana a disposizione
che non può negarmi niente, non solo per me ma anche per far divertire qualche
amico che poi mi sarà ovviamente molto riconoscente, ma sei un coglione se la
credi “una bravissima persona”, quella è una vera stronza, basta dire che è
sposata e viene a farmi bocchini fino nell’ambulatorio peggio di una
prostituta, bisogna però riconoscere che è una grandissima chiavata, mi fa
impazzire, quasi mi dispiace che me la scoperò solo fino a fine mese, ma una
volta sposato la mando a fare in culo, voglio essere fedele a mia moglie, il
MIO UNICO VERO AMORE, e vedrai che la stronza mi sostituirà subito con un
altro, basta che gli dia tanta razione di cazzo quanta gliene ho data io in
questi anni.
G: Fuori, fuori, sei una canaglia, che IDDIO ti perdoni.
Prima che uscisse ho fatto in tempo a nascondermi ed a non farmi vedere, non volevo dargli la soddisfazione di vedermi piangere, poi mi sono sentita tanto male, mi sembrava di impazzire, la mia testa scoppiava, non era possibile, l’uomo che amavo con tutte le mie forze era un ricattatore che si era preso gioco di me, che mi aveva ingannata nel modo più vergognoso possibile, che aveva una fidanzata
da sposare tra pochi giorni, che mi definiva una troia, una puttana, una
prostituta, che mi avrebbe mandata a fare in culo senza tener conto dei miei
sentimenti trattandomi come una cosa da gettare dopo averla usata, che mi aveva usata per i suoi squallidi ricatti a quel povero Frate Giovanni, cui aveva fatto intendere che ero io che desideravo fargli un pompino, che ero io che volevo farmi
inculare perché sono una viziosa, una depravata, CHE STRONZO, l’avrei ammazzato.
Subito dopo è uscito il Frate, mi ha vista che singhiozzavo, ha capito subito che avevo ascoltato tutto, mi ha pregata di entrare nella sua stanza ed appena entrati ha chiuso la porta e mi si è inginocchiato davanti, mi ha baciato le mani e
piangendo mi ha detto.
“Sono un verme, ho peccato tantissimo, ma credimi sono pentito, ti chiedo scusa, adesso sai come sono andate le cose, ma non per questo sono giustificato, mi
vergogno di me stesso e chiedo perdono prima che a Dio a te, povera donna finita
tra due depravati, perdonami, ti prego, se puoi, perdonami.”
Dopo quello che avevo ascoltato prima non ho fatto fatica a credergli, anzi mi ha quasi fatto pena, ma poi mi sono ricordata di quello che mi aveva costretto a fare quella volta in sacrestia, ho risentito il disgusto della sborra in gola, “gli uomini sono tutti uguali, tutti porci” ho pensato.
“Si rialzi, non pensi a lei, pensi a quel depravato, se vuole lo licenzi, lui non avrà il coraggio di parlare in giro di noi, e se pure lo facesse, lo denuncerei per calunnia, non ha testimoni, ed inoltre lo direi a mio marito che gli spaccherebbe la faccia per non dire che gli spezzerebbe le gambe”.
“Grazie, lo farò subito, grazie la sua disponibilità porrà termine ad un odioso ricatto, io e Dio gliene saremo grati per sempre”, e si è rialzato, mi sono girata e sono andata via senza neanche salutarlo.]
Adesso mi spiegavo tutto, mia madre era stata ingannata nel modo più squallido
possibile da quel farabutto, figlio di puttana di Angelo Truzzi.
Pensai che avrei dovuto fargliela pagare, pensai ad un pestaggio che potevo fargli fare dagli amici di scuola, ma riflettendo che avrei dovuto loro spiegare il motivo di una simile spedizione punitiva lasciai perdere.
Poi un lampo, mi dissi: “Perché non cerchi di profittare della situazione per
realizzare il tuo grande sogno di chiavarti la tua adorabile mammina che, come
giustamente ha detto il dottorino, in fondo è una stronza perche sebbene
sposata, va nel suo ambulatorio a fargli bocchini, quindi non devi farti troppi
scrupoli, perché non provarci?, da giorni non prende la sua razione di cazzo, potrebbe essere arrapata e vogliosa”.
Al solo pensiero accelerai la sega e venni.
Il pomeriggio lei era, come al solito, seduta sul divano inebetita davanti alla tele, mi andai a sedere al suo fianco.
“Ma cosa ti succede mamma, perché da giorni sei così triste, non ha voglia più di uscire, incontrare gente, dai, dimmi cosa ti preoccupa, problemi con papà?.”, le mentii sapendo di mentire.
“No, no, con lui purtroppo sempre le solite cose, cioè niente, non mi sento molto bene, sono un poco raffreddata, mi passerà presto vedrai, non preoccuparti, sei molto caro a volermi aiutare, ma tu non puoi farci niente, tranquillo passerà, passerà.”
“Allora sono io a farti stare male, lo so non sono uno studente modello, ma ti
prometto che studierò di più, molto di più, se questo serve a farti stare meno
preoccupata.” mentendo questa volta ancora più spudoratamente.
“No tesoro tu non c’entri per niente, sei molto caro a preoccuparti per me, vieni qua fatti dare un bacio.” e mi strinse a lei.
Il contatto con il suo corpo caldo e tante volte desiderato mi provocò un brivido
ed un’erezione bestiale, il cazzo mi si gonfiò nelle mutande, dovetti girare il
bacino per non farle notare la cosa.
“Si, lo so che non sono ne io e ne papà la causa della tua disperazione”
azzardai.
“E chi sarebbe secondo te?” mi chiese incuriosita.
“Mamma io so benissimo chi è”.
“Ma cosa dici”
“Mamma io so tutto, la causa della tua depressione è quel grande figlio di
puttana di Angelo Truzzi.”
“Ma che dici, sei matto, che c’entra lui.”
“Mamma, perdonami, io ho letto il tuo diario, so tutto delle tua storia con quel depravato vigliacco ricattatore.”
“Oddio, che vergogna, lo so, mi sono comportata come una poco di buono, ma credimi io l’amavo veramente, l’ho fatto solo per amore, tuo padre mi trascura per correre dietro ogni puttanella che incontra ed io avevo invece bisogno di un uomo che mi facesse sentire importante, ma ho puntato sull’uomo sbagliato, chi avrebbe mai pensato che fosse falso, bugiardo ed anche ricattatore.”
Che stronza bugiarda, mi vennero in mente le parole che avevo letto nel suo diario la prima volta che era andata nello studio del dottorino: [“ed allora non perdiamo tempo, dai PRENDIMI sono mesi che desidero questo momento”, mi alzai la gonna in vita e mi posizionai sul bordo del lettino con le GAMBE penzoloni], altro
che amore la troia l’aveva fatto per il puro desiderio di un cazzo nella pancia, che puttana.
“Mammina, tu non devi più pensare a loro, sappi che ci sono io che posso farti sentire una vera donna, io ti darò tutto l’amore e l’affetto che meriti e per quanto riguarda il resto, tocca qua.” e le portai la mano sulla patta.
Lei la ritirò immediatamente, ma io gliele strinsi forte e la riportai sul pacco, questa volta non si oppose e quasi sicuramente in crisi di astinenza, mi strinse ancora più forte a se e cominciò ad accarezzarmi il rigonfio, era fatta, mi buttai a capofitto tra le sue mammelle e cominciai a baciarle da sopra la vestito, che meraviglia.
Con un gesto elegante la puttanona fece scivolare la spallina del vestito e mi
diede da succhiare un durissimo capezzolo, poi armeggiò intorno alla cintura dei miei pantaloni, li sbottonò, me li calò alle caviglie, mi abbassò la mutande facendo venire fuori la bestia infoiata e mentre con una mano mi accarezzava le palle con l’altra prese a scappellarlo cominciando una deliziosissima sega.
Mi sembrava di impazzire, era una situazione paradossale, ero attaccato al suo
seno come un neonato ma avevo una mazza durissima che non vedevo l’ora di
schiantargliela in corpo.
“Poverino come soffre, sta per scoppiare, adesso ci penso io.” disse la viziosa e
si piegò sul mio cazzo cominciando a leccarmi la capocchia.
Appena se lo portò tra le labbra le bloccai la testa, con un lento colpo di reni
glielo infilai in bocca fino alla gola dove scaricai un fiume di densa sborra.
“Accidenti, quanta, avevi proprio bisogno di godere”, commentò la mia adorabile
mammina quasi a giustificare il depravato bocchino al figlio.
Capii che davanti ad un cazzo non aveva freni e che la pompa era solo l’inizio della realizzazione di tutti i miei sogni, divenni subito esplicito.
“Erano mesi che non desideravo che questo, sapessi quante seghe mi sono sparato mentre leggevo il tuo diario,
sapessi quante volte ho sognato di essere al posto di Angelo, lo invidiavo tanto, avrei voluto chiavarti io, essere io a sfondarti il culo e a riempirti la bocca di sperma.”
“Non pensiamo più al passato, da oggi in poi faremo tutte quella cose che hai sognato, ma adesso fai godere anche me, dai leccami la fica.” e si stese sul divano e divaricò oscenamente le cosce.
Che mamma zoccola che tengo, che depravata bocchinara, che fortunato che sono, pensai.
Prima di cominciare a leccare mi alzai ed andai a prendere il vibratore.
“Oh Dio, sapevi anche di quello, che figura, mi considererai sicuramente una
viziosa”.
“Ma cosa dici, tu sei solo una donna fragile preda di un delinquente farabutto”.
Come ero falso, sinceramente io pensavo non solo che era una viziosa ma che era anche una puttana, una succhia cazzi, una rotta in culo, una depravata pronta a tutto per sentirsi riempita da un nerboruto cazzo.
“Dai infilatelo nella fica, voglio vederti come te la spassi con un grosso cazzo finto nella pucchiacca”.
“Se ti eccita vedermelo fare ti accontento subito”.
La troia aprì le cosce e s’infilò nella spacca il grosso dildo facendolo vibrare al massimo.
Vedendola così oscenamente aperta infilai la testa tra le sue cosce, spostai il vibratore e cominciai a leccarle la fica, lei si contorse come una biscia, biascicava parole incomprensibili, era bagnatissima.
“Che meraviglia, come mi lecchi bene, la prossima volta voglio il tuo nella pancia, dai sto per godere, non fermarti”.
“Ti piace come ti lecco?”
“Si sei bravissimo”.
“Allora ti lecco fino a farti godere”, e per farlo meglio le tolsi il vibratore dalla spacca.
Da come si dimenava si capiva che le piaceva da morire.
“Adesso ti faccio godere meglio, ti infilo in culo questo grosso vibratore, riesci a prenderlo tutto?”.
“Eccitata come sono, penso di si, ma prima fammelo leccare, così si bagna e sento meno dolore quando entra la cappella”.
Non vedevo l’ora di fiondarle nel culo quel grosso vibratore, glielo tolsi di bocca,
“Adesso vedrai che non sentirai dolore”, lo puntai sul buchetto nero e spinsi con tutta la forza che avevo in corpo facendolo entrare fino alla palla.
La zoccola diede un urlo bestiale, io invece impazzii, le avevo sfondato il culo.
Ma subito dopo la mammina cominciò a gustarsi appieno il mostro vibrante, mi schiacciò la testa sulla fessa e me la bloccò.
“Lecca, adesso, lecca”.
E quello feci fino a quando con un urlo strozzato stese le gambe e venne.
Da quel momento la mia vita cambiò radicalmente, non persi più tempo a correre dietro le mia coetanee sempre restie a scopare, adesso scopavo quando volevo e come volevo ed ogni volta scoprivo qualcosa di nuovo della personalità di mia madre.
Già sapevo che era una donna dolce e sensibile, la scoprii anche sensuale,
appassionata ma principalmente constatai che era una grandissima troia mai sazia
di cazzo.
Appena ne avevamo l’occasione scopavamo.
Spesso era lei a prendere l’iniziativa, e la cosa che più mi faceva impazzire
era quando la sera quando andavo a letto a dormire, veniva nella mia stanza mi faceva un bocchino fino a farmi sborrare e mi diceva: “adesso con la mente libera riposerai molto meglio, figlio mio”.
Che puttana!.
Adorava essere inculata e pur sentendo dolore quando entrava la mia grossa
cappella non voleva usare vaselina o creme , “con l’olio non si sente il
contatto della carne”, confessava candidamente la stronza.
In culo voleva che le scaricassi tutta la mia sborra, cosa che la faceva godere
immediatamente, mentre nella fica no, “troppo pericoloso” diceva la mignottona, ma aveva una soluzione alternativa favolosa, infatti quando la chiavavo, lei che
era bravissima ad accorgersi quando stavo per venire, a quel punto e mi diceva “dai mettimelo in bocca e sborrami in gola” ed ingoiava tutto.
Era golosissima di sperma, le piaceva il sapore , l’odore, la lattiginosità e con esso si spalmava tette e pancia quando, per variare, mi mettevo in piedi sul letto, e menandomelo skizzavo sul suo corpo.
Per casa doveva stare sempre nuda indossando solo una vestaglietta
in modo che appena avevo voglia la raggiungevo e la inculavo.