Il primo ricordo che ho di quella mattina, è la luce del sole che entra dalle persiane. sto dormendo, come al solito sul fianco sinistro, il lenzuolo mi copre in parte, il seno come spesso mi succede sta per uscire dalla canottiera. Ad un certo punto sento sulla guancia qualcosa che mi sfiora, lì per lì non ci faccio caso, poi piano piano si sposta, mi accarezza la parte alta delle labbra ed in quel momento sento forte l’odore di bagnoschiuma. Non capisco, da una parte mi sento riposata, dall’altro sono stanca. Intanto tra le mie labbra si appoggia qualcosa, sento il profumo ma non capisco cosa sia. Così apro leggermente gli occhi ed appena focalizzo la situazione, mi rendo conto che un pene è appoggiato alla mia bocca. Sono ancora un po’ frastornata, ho dormito stranamente pesante, appena allargo un po’ le labbra, lui lo spinge dentro. Il tempo di alzare gli occhi, ed i ricordi cominciano a affiorare velocemente uno dopo l’altro. Distinguo nitidamente quella figura maschile che mi sovrasta, è il mio vecchio compagno di classe (naturalmente non farò il suo nome). Intanto la mia lingua istintivamente assapora il profumo del suo uccello moscio. Uno sguardo di lato a guardare la stanza, e mi ricordo che sono in un albergo a Capri. Intanto lui spinge il suo membro nella mia bocca come a volermi incitare a succhiarglielo, le mie labbra si appoggiano sulla pelle e cominciano a scivolare avanti e indietro. Non è la prima volta che vengo svegliata in questo modo, e devo confessarvi che la cosa non mi dispiace affatto soprattutto quando colui che mi fa questa sorpresa, si è appena fatto una doccia profumata. Mentre lentamente muovo la mia testa, il suo uccello piano piano comincia a ingrandirsi. Esce e rientra sempre più grosso, sempre più duro. Sono ancora sul fianco, il suo membro ogni tanto si infila in uno dei due lati della bocca. Mentre il movimento del suo bacino coincide con quello del mio collo, all’improvviso tutto mi è più chiaro: ieri c’è stato il matrimonio di una mia amica, una di quelle che conosco dai tempi del liceo. Continuo a succhiarglielo e lentamente mi ricordo come sono finita lì.
È circa la metà di luglio, come già detto, lei è una di quelle amiche che, conosciute a scuola, ti restano per la vita. Dopo alcuni anni di fidanzamento con il suo ragazzo storico, finalmente hanno deciso di sposarsi. Dopo tutto era pure ora (gli ho detto più volte). La cornice è di quelle che lasciano senza fiato; d’altra parte Capri non a caso è l’isola più bella del mondo. Io sono una delle due testimoni e ne vado molto fiera. Il mio primo amore mi ha lasciato da circa un anno, ho superato una delle due mazzate che segneranno la mia vita sentimentale. Aiutata da una bella abbronzatura, dopo aver fatto compagnia alla sposa in tutte le preparazioni possibili, viene il momento anche per la sottoscritta di vestirsi. Insieme all’altra testimone andiamo prendere i nostri abiti (rigorosamente uguali per volere della festeggiata). Sotto, una gonna leggermente sopra il ginocchio di colore azzurro, sopra un bustino con una scollatura che lascia davvero poco all’immaginazione soprattutto perché le due testimoni sono entrambe prosperose. A cercare di coprire (inutilmente) quelle abbondanze, una giacca sempre dello stesso colore; un tacco per fortuna non particolarmente alto, ci rende pronte per l’avvenimento. Dopo aver lasciato la nostra amica tra le braccia dei genitori, ci avviamo alla chiesa che per fortuna dista neanche 100 m. All’arrivo ci sono già tante persone, i soliti parenti degli sposi che si presentano e ti abbracciano come se ti conoscessero da sempre, ma soprattutto tanti vecchi compagni di scuola. Alcuni non li vedo da una vita, un po’ sorpresa dai loro cambiamenti, vengo riempita inaspettatamente di complimenti. Sono passati più di dieci anni da quando siamo usciti da scuola, sul volto di molti di noi hanno fatto la comparsa le prime rughe, i primi segni del tempo. Un paio di miei compagni hanno perso i capelli, al contrario uno di quelli che era secchione, me lo ritrovo in una forma perfetta. La maggior parte delle mie vecchie compagne abita dalle mie parti quindi ci vedevamo e ci vediamo tuttora. Poi in maniera del tutto inaspettata mi sento bussare sulla spalla, mi giro e con mia grossa sorpresa vedo lui, un mio vecchio compagno di classe, con il quale ai tempi della scuola fummo "fidanzati" per qualche mese. Avevo perso quasi del tutto le sue tracce, colpa anche del fatto che al quarto anno con tutta la famiglia si era trasferito a Milano. Ricordo che al di là del flirt, andavamo veramente molto d’accordo, soprattutto nei gusti musicali e nella passione per quel Sergio Caputo sconosciuto ai più. Il tempo di scambiare quattro chiacchiere di circostanza che la sposa fa la sua giusta apparizione. Dopo la messa, un breve spostamento sempre a piedi fino al ricevimento. Che meraviglia! Un belvedere che guarda verso Napoli! Io naturalmente sono al tavolo insieme agli altri tre testimoni (la mia amica ed i due dello sposo). Ci sono tante persone, ogni tanto però scambio uno sguardo sorridente con il mio vecchio amico che siede qualche tavolo distante dal mio insieme agli altri compagni di classe. Ricordo che tra una portata ed un’altra mi alzo dal posto, vado da loro e mi siedo naturalmente di proposito sulle sue gambe. L’atmosfera è molto gioviale e simpatica, come al solito vengono tirati fuori i peggiori aneddoti di ognuno di noi, ed io apparentemente faccio finta di non fare caso alla sua mano che si è appoggiata volutamente sul mio ginocchio. Il caldo intanto mi ha fatto liberare a quasi subito della giacca, e così tanto per cambiare cominciano le prese in giro sulle mie tettone, una cosa che mi accompagna dal liceo (anzi a dire proprio la verità dai tempi delle medie). La cena procede, torno al mio posto e la sposa comincia a prendermi in giro perché si è resa conto del feeling con il nostro amico comune. Andiamo insieme in bagno a fare un po’ di gossip sugli invitati. Poi lei sparisce ed io ne approfitto per fare pipì. Esco e me lo ritrovo li davanti alla porta, in maniera un po’ sorprendente. Lui mi sorride e senza dire niente mi bacia. Io resto un po’ sorpresa ma mi lascio andare. Mi rendo conto che entrambi abbiamo voglia di tornare indietro nel tempo, aiutati un po’ anche dal vino che accompagna copioso la cena. Sento la sua lingua giocare con la mia, la sua mano scendere lentamente dalla schiena verso il sedere. Mi guarda, mi prende per mano e mi trascina con se per il corridoio. Dopo un paio di porte chiuse, entriamo in una specie di ripostiglio. Chiude la porta e ricomincia a baciarmi. Ricordo nitidamente la sua mano che entra nella scollatura del bustino e ne esce con il mio seno tra le dita. Lui si apre la cerniera mi prende la mano e me la infila nel pantalone. Io sento il suo uccello duro subito, lo tiro fuori e comincio a muoverlo. Passano pochi secondi e mi ritrovo con la gonna tutta sollevata e le mutandine a terra. Mi appoggia al muro mi alza le cosce e cominciamo a scopare in piedi. Ogni tanto sento le persone che passano davanti alla stanza, ho il terrore che qualcuno possa aprire la porta. Veniamo entrambi, poi ci ricomponiamo e come se nulla fosse ritorniamo ai nostri posti. Intanto la sposa ha notato la nostra assenza e quando mi rivede, mi sorride come per farmi capire che ha capito dove fossi stata. Il ricevimento prosegue fino al taglio della torta. Il mio amico intanto è sempre intorno a me, vicino anzi molto vicino, non si preoccupa degli altri, mi sussurra alle orecchie di tutto di più. Siamo entrambi piuttosto brilli per fortuna però che ad ognuno dei testimoni è stata riservata dagli sposi una stanza nello stesso albergo del ricevimento. Lo invito a passare la notte con me, lui dopo aver avvertito non so chi, riappare sorridente pronto a seguirmi. Neanche il tempo di entrare nella camera che sono stesa sul letto con lui sopra di me. In breve tempo siamo entrambi nudi uno attaccato all’altro. Ai tempi della scuola gli piaceva molto mettermelo tra le tettone, ed infatti è la prima cosa che fa. Stringe con le sue mani i miei seni, così da far scomparire il suo uccello che si muove su e giù. Poi all’improvviso senza dirmi niente mi viene sul collo ed in faccia. Siamo entrambi tanto eccitati, sarà stata l’aria di Capri, il matrimonio, ma scopiamo più di una volta. Poi , una doccia, la canottiera e la mutandine (senza le quali non riesco a dormire) ed entrambi stanchi cadiamo in letargo.
Ed eccomi qui, mentre glielo sto succhiando, ho rivissuto le ultime ventiquattr’ore. Sento la sua cappella bagnarsi sempre di più, mi aiuto un po’ con le mani mentre lui intanto mi ha tolto la canottiera. All’improvviso lo tira fuori dalla bocca e mi viene sulle tette tutto contento. Il tempo di fare colazione in camera e la sposa mi citofona per darmi un appuntamento sulla piscina, raccontarmi della sua prima notte e… per sapere della mia.
Sono passati tanti anni da quel matrimonio, loro sono ancora sposati ed hanno un figlio meraviglioso; il mio amico vive ancora a Milano con una fidanzata. Ogni tanto scambiamo quattro chiacchiere al computer, i ricordi fanno il resto.