Dopo tanto tempo ripresi ad uscire con una mia ex. Eravamo molto amici, ci capivamo con uno sguardo… Quant’era bella ..il mio primo vero amore..
Una notte mentre la riportavo a casa esternò la sua tristezza nascosta da splenditi sorrisi e tutti i suoi dubbi e incertezze. Così decisi di portarla a fare due chiacchere nel luogo dove qualche anno prima andavamo in camporella. Mentre la ascoltavo come un flash mi fece ritornare in mente come su quei sedili posteriori facevamo l’amore.
Per esempio di quanto le piaceva farmi pompini. Non le piaceva essere attiva: lei sotto di me mi spingenva verso l’alto finche il mio pene non raggiungeva la sua bocca. Immagino si concentrasse sul piacere che le dava il mio pene che ad ogni spinta andava sempre più in profondità mentre scorreva tra le sue labbra e toccava la sua lingua. Quando appoggiavo il glande alla sua bocca, schiudeva appena le labbra. Voleva che fossi io a frale aprire la bocca. Vedevo le sue labbra mordide e rosse aprirsi fino alla fine del glande per poi richiudersi appena e poi ricominciare ad allargarsi.
Mi feci passare queste immagini ma la voglia di lei, di averla un’altra volta era troppo forte. In un momento di silenzio vedendola triste e sconsolata, l’abbracciai. Sussurrò qualcosa e per cercare di comprendere girai la testa sfiorandole l’orecchio con le labbra. Iniziò a tremare, sfiorarle l’orecchie le faceva venire i brividi.
Le baciai l’orecchio. Non sapeva che fare, voleva scostarsi ma le piaceva troppo quella sensazione. Mi avvicinai piano piano alle labbra baciandole la guancia. Dopo qualche esitazione il suo fuoco si riaccese. Mi ricordai di quando le infilavo la mano nelle mutantine e sentivo in pude peloso e poi le grandi labbra depilate e morbite e bagnate. Ancora qualche bacio, qualche carezza, effusione e le slacciai i pantalono stretti. Infilai piano la mano era come sempre. Splendida! Bagnata!
Non resistetti. Dovevo leccarla! Le tolsi i pantaloni e il tanga, non mi importava che avesse ancora addosso quel morbido maglioncino o che io fossi ancora vestito. Aveva una figa stupenda e quel colore lucido dato dalla sua eccitazione mi faceva morire. Iniziai a baciare le sue cosce e mi avvicinavo lentamente alla figa. Le leccai appena le grandi labbra e vicino alla coscia destra. Stava impazzendo era bagnatissima, non ce la faceva più voleva essere assolutamente leccata.
Appoggiai appena le labbra sulla sua figa. Scivolavano senza fermarsi mai, aveva le pelle più liscia che avessi mai visto. Adoravo sentire le mie labbra bagnate di lei e il sapore vagamente acidulo della sua figa. La sua bocca era aperta e la testa era rivolta leggermente indietro: la sua espressione era di estasi. Emetteva degli urletti acuti brevi e intensi.
Leccai appena in torno il clitoride e di colpo mosse il bacino verso l’alto. Era fuori di sè. Le infilai un dito nella vagina iniziò ad avere degli orgasmi. Ogni volta che facevo entrare il dito vibrava di piacere. Mentre la scopavo con le dita le leccavo le grandi labbra e il cliroride e la sua vagina era sempre più umida. Quando questo magico incanto finì la strinsi forte a me. Ci svegliammo alle prime luci dell’alba, sul suo viso c’era uno splendido sorriso ad accogliermi.