LA GIOVANNA 1
Giulio dopo due giorni mi telefona se ci possiamo vedere. Tra di me penso
sua mamma gli h detto cosa è successo. Mi dice se ci vediamo da lui al suo rientro dallo
stage ed andiamo a fare un giro, io finisco di lavorare sono libero da impegni in Croce
non devo andare e vado diretto a casa sua, suono il citofono si apre il portone, con Giulio
abbiamo segni particolari per cui non dobbiamo stare a chiedere chi sei, mi apre la porta
zia Franca, che mi saluta come sempre anzi stranamente mi bacia, io rimango basito in
cucina c’è anche la Giovanna una Signora che abitava al quinto piano e spesso andava a
trovarli, alle volte a salire la spesa quando l’ascensore non funzionava, qualche volta sono
a cambiarle qualche lampadina, quando il marito non rientrava la sera, ero più ragazzino
nulla più, qualche gelato e via a giocare. Zia Franca come sempre in tuta mi domanda se voglio
bere qualcosa, mentre Giulio si prepara ed io un bicchiere d’acqua. La Giovanna, chiede come
stanno i miei genitori e mille altre domande, io chiedo alla zia come sta il suo dito e Lei “domani vado a togliere i punti dal dottore” e mi faccio prescrivere le medicine. Nel mentre Giulio mi
chiama ed usciamo, sulla porta la zia mi dice di ricordarmi quella cosa. Andiamo al nostro solito
bar ci sediamo beviamo un aperitivo, e si mette a raccontare che era stato con suo padre dalla
zia Liliana, perché ha ricevuto delle minacce da parte dello zio cui stava divorziando e che
avrebbe dovuto senz’altro andare a dormire altre volte da Lei.
Avevo campo libero, non volevo approfittarne, quella sera parlando la zia a dato il numero
di cellulare alla Giovanna, madre di tre figli due più grandi di me, ed uno più piccolo in mattinata
ricevo un sms,
“chiamami a questo numero quando puoi”, non riconoscendo il numero non
l’ho chiamato subito, verso sera lo chiamo, ero di turno in Croce e in un primo momento me ne ero dimenticato, verso le venti mando io un messaggio,
“Scusami , mi son dimenticato” dopo dieci minuti mi risponde con un sms:
“ci sentiamo domani verso le dieci”
Finisco il turno vado a casa il mattino mi alzo, il primo pensiero “chi sarà mai ?
” Chiamo: mi risponde la Giovanna. “Franca mi ha detto” -“cavoli non poteva sta zitta”
“ Lei: ho bisogno anche io, non subito tra venti giorni, però prima ci vediamo”
— io “dimmi, quando ci possiamo vedere”
[Giovanna a tre figli ed il marito che girano per casa, due maschi ed una figlia.]
“Lei, mi dice quando sei libero” — “Io, dopo le diciassette”,
Lei “ va bene, abito in viale Martiri”.
All’ora arrivo a casa sua, mi apre mi fa accomodare in cucina, e mi spiega di cosa ha bisogno, “Devo fare un clisma opaco, il medico non vuole darmi delle purghe e mi ha detto
cosa dovrei fare, cura che è stata confermata dal Cupa”,io ascoltavo “ Franca mi ha detto
che l’hai aiutata senza farle male,” perché continua Lei:
“Io vado a far dei servizi una Signora di ottanta anni che ne ha bisogno spesso e viene
un’inserviente del RSA le fa male”” sempre la Giovanna “avrei potuto chiederlo a lui di farmeli”
“sentendo Franca preferisco te” ed io “GRAZIE”
Continuando “ho l’appuntamento giovedì 15 alle 17,00 era il primo posto libero,” e mi dette
la ricetta con le indicazioni del dottore.
Tra di me, leggendo sia le indicazioni del dottore e quelle ricevute all’atto della prenotazione poco differiva,
Concludemmo che con Giovanna ci saremmo rivisti il giovedì mattina, e mi ero preso l’impegno
di procurare tutto il necessario.
Scendendo per andare via, trovai la figlia Ilaria biondina con un bel pancino che saliva dalla
mamma, e mi saluto calorosamente.