Fantasie avverate (quarta parte)

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Anna ordinò un cappuccino con cornetto, uguale fece Salvo; io solo un caffè, non era molto buono, ricordo che dissi a Salvo: “solo a Napoli lo sanno fare”.
Mi accesi una sigaretta e mi rivolsi a Salvo, “allora, parlaci un po’ di te”.
Aveva 46 anni, viveva a XXXXXXXX, nel Veneto.
Era un importante funzionario amministrativo di un Ente, di più non posso dire.
Separato e senza figli, con la passione per la fotografia, ma come ci disse, non lo faceva per soldi, il suo alto livello amministrativo con relativo compenso gli permetteva un alto tenore di vita; fotografava per alcune aziende XXXXX, nel ramo dell’abbigliamento e calzature.
“Sono abituato a vedere belle ragazze e mi diverte lavorare con loro, ecco perché ho accettato di farti quel mini servizio fotografico, Anna”.
“Cosi mi imbarazzi” disse mia moglie arrossendo, e lui “ecco perché mi piaci (ricordo che si corresse “perché mi piacete”), siete due bei ragazzi e non sfoggi quella vanità e presunzione classica di una modellina montata di testa. Quando mi hai chiesto di s**ttarti qualche foto, ho notato e percepito subito la tua simpatia e la tua naturalezza, poi quelle poche parole con tuo marito e ho capito che eravate persone squisite”.
“Di solito ho a che fare con ragazzine poco più che ventenni, acerbe come donne e ridicole quando assumono pose sexy; giusto il contrario di te, Anna, ogni s**tto che ti facevo non avevo bisogno di darti indicazioni per le pose, hai una sensualità travolgente”.
Oramai Salvo era preso dalle continue lusinghe a mia moglie e si ricordò che c’ero anch’io, “perdonami XXXXX se faccio continui apprezzamenti a tua moglie, ma non riesco a farne a meno”
Lo rassicurai dicendogli che a me non poteva far altro che piacere sentirmi dire che mia moglie era figa, mi riempiva di orgoglio.
Anna era molto interessata al hobby del nostro amico facendogli molte domande e venne fuori che a volte aveva fatto anche servizi fotografici di lingerie; mia moglie sparò a zero: “chissà quante te ne sei fatte”!
“Non quante pensi tu, Anna; si, è vero, con qualcuna c’è stata qualche scopata, ma ho sempre evitato prosegui….. sono ragazze in cerca di un illusorio successo, non puoi immaginare che sono disposte a fare per una foto scelta su qualche manifestino. Io Cerco altro……..”
“Altro”? disse Anna, lo voleva portare dove voleva lei, io l’avevo capito, voleva sentirsi dire ancora qualcosa di lei.
Si Anna, una donna come te, alla mia età non posso correre dietro le ragazzine e si fece una risata.
Ricordo che restai ad ascoltare i loro discorsi per un po’, poi decisi che era il momento di mettere le cose in chiaro….. “ascolta Salvo, noi siamo una coppia solida, ci amiamo alla follia, non ci manca niente; ho permesso a mia moglie di prendertelo in bocca perché abbiamo scoperto il piacere di alcuni giochi erotici. Già abbiamo fatto qualcosina in passato e la situazione ci è piaciuta molto”, senza aggiungere altro.
“Non permetto al primo che capita di toccare o fare altro con mia moglie, tu ci sei sembrata la persona giusta e il caso ha voluto che Anna si lasciasse andare”.
“Non c’è bisogno che mi dai spiegazioni” rispose Salvo, “ho capito tutto dal primo momento, che persone siete, di quanto vi amate e che cercavate un’emozione diversa; quest’ultima l’ho capita dai tuoi occhi XXXXXXX, da come guardi tua moglie in ogni istante e situazione”, mi fece l’occhiolino.
Proseguì……“Io ho avuto il mio ruolo, sono impazzito per quello che abbiamo fatto poco fa, come lo è stato anche per voi; l’ho capito da come Anna me lo leccava e te per come guardavi bramoso tua moglie mentre lo faceva. Che bello avervi conosciuto”.
Rotto il ghiaccio i nostri discorsi si spostarono su altro e proseguirono per un bel po’.
Lui era li con altri 2 amici, quella sera li aveva abbandonati per vedersi con noi; chiamalo stupido…!
Aveva capito tutto, però aveva avuto l’educazione di non fare azzardi con Anna, non provò mai a prendere l’iniziativa, visse il corso degli eventi e anche quando Anna era in preda agli orgasmi, non tentò mai di penetrarla; aspettava che la decisione fosse mia o di mia moglie. A me stava bene, mi dava fiducia.
Lui sarebbe andato via il dopodomani e ci propose se ci avrebbe fatto piacere cenare insieme l’indomani sera; guardai mia moglie anche se non ce n’era bisogno e gli dissi di si.
Poco dopo ci salutammo, a me una forte stretta di mano, ad Anna due baci sulle guance e mentre era vicino al suo orecchio le disse qualcosa che io non riuscii a capire.
Cinsi con le braccia la vita di mia moglie e ci incamminammo verso casa; stranamente per strada Anna parlava di quello che era appena successo, di quanto le era piaciuto e di quello che aveva provato quando si era trovato il suo uccello in bocca e io che la montavo da dietro.
Era la prima volta che la dividevo insieme ad un altro ed era stato fantastico per le emozioni che avevamo provato. Quando scopavamo, da lei mi facevo raccontare sempre quando aveva sedici anni e al mare con i genitori, una sera, si appartò in spiaggia con due fratelli gemelli che se la godettero distesi sull’asciugamano; senza penetrazione, ma la avvolsero davanti e da dietro leccandola e facendogli entrare le dita.
Questa storia mi aveva sempre fatto impazzire, ma viverla dal vivo era tutta un’altra cosa.
Mi disse che la storia con il ragazzo al ristorante non era niente in confronto a quello che aveva provato poco prima; mi disse che era impazzita quando ha visto come la guardavo mentre Salvo le leccava la fica.
Anna stava avendo un cambiamento.
Ascoltando Anna lungo la strada mi ritrovai con il cazzo di nuovo duro; aprimmo il portoncino per salire le scale, ricordo che non le diedi il tempo di girare la chiave della porta di casa, l’afferrai da dietro, la spinsi dentro, c’era una specchiera nel corridoio, la sdraiai con il busto sul pianale e le tenevo la testa in avanti, non c’era bisogno che me lo leccasse, ce l’avevo come il marmo.
Quello che era successo sulla spiaggia, Anna che era esplosa in una situazione che avevo sempre desiderato, tutto questo mi provocò una schizzofrenica voglia di fotterla, non ricordo una situazione simile nei tempi a seguire…..
Fù bellissimo perché la cosa era sentita da entrambi le parti, con mia meraviglia scivolò dentro come l’olio tanto era bagnata; la presi con forza affondando colpi forti e profondi, ma quello che mi rimase impresso fu quando le afferrai i capelli e le alzai la testa verso lo specchio, aveva gli occhi chiusi e una smorfia; non era una smorfia da moglie che gode mentre fa l’amore con il marito, ma da moglie che si sta facendo chiavare dall’amante!
Affondavo il cazzo dentro e le tiravo sempre di più i capelli, ma lei sembrava non accusare; tutto mi fu chiaro quando le misi le dita davanti alla bocca e se le fece sparire in bocca, lì capii che nella sua mente non la stavo scopando io.
Scopammo in silenzio, un silenzio strapieno di pensieri e di emozioni, si sentivano i forti lamenti di Anna e il mio fiato, mi svuotai dentro di lei con colpi forti e un grido liberatorio, quando aprii gli occhi e la guardai nello specchio, la troia sorrideva…….
Ci abbracciammo e ci baciammo non so per quanto tempo, quanto l’amavo.
La mattina successiva ci svegliammo, riposati e appagati.
Scendemmo in spiaggia, una tranquilla e bella giornata di mare di una coppia come tutte le altre, o quasi.
Per tutta la giornata ne da parte mia, ne da quella di Anna si fece il minimo accenno di quello che era successo, era stato un gioco e tale doveva rimanere; il segreto era lasciarlo al di fuori della nostra vita coniugale e prenderlo per poi posarlo quando volevamo noi.
Solo verso sera, quando risalimmo e ci fermammo all’esterno di un bar per la nostra solita birretta, Anna mi chiese : “a che ora è la cena”?
Le dissi che non avevamo fissato un orario, ci si sentiva dopo.
Volevo farle mille domande, ma forse le sfumature di quel gioco dovevano rimanere nel “non sapere tutto”.
Poi mi venne in mente una cosa, “quando ieri notte ci siamo salutati, che ti ha detto Salvo nell’orecchio”?
Prima rise, poi : “lo vuoi proprio sapere”?
Si le dissi e ancora con il sorriso sulle labbra mi disse: “ vorrei tanto entrare dentro di te”!
Come dargli torto, l’avevamo stuzzicato per tutta la serata e Anna l’aveva accontentato con un pompino, già era tanto che aveva resistito; adesso, se l’avremmo rivisto quella sera, le cose potevano cambiare, non so se si sarebbe più accontentato di farselo leccare.
Ne parlai con lei, sulla possibilità che il nostro amico potesse avanzare qualche richiesta un po’ particolare.
“Amore, a me non manca niente, sei un marito perfetto e un porcellino a letto, quindi non cerco per forza un altro cazzo; quello che veramente desidero è essere coinvolta in un gioco che mi travolge, come è successo ieri sera, ma tu devi essere partecipe come me, non devi essere l’organizzatore, poi quello che accadrà….. si vedrà”!
Il messaggio era chiaro, se Salvo voleva scoparsela, avrebbe dovuto saperla coinvolgere in una fantasia che a me e a lei doveva rimanere oscura.
Giusto così, doveva coinvolgerci entrambi.
Di nascosto ad Anna, volevo accennare a Salvo quello che desiderava.
Tornati a casa approfittai con la scusa delle sigarette per riuscire, era tardo pomeriggio, chiamai Salvo.
Ricordo il mio stato d’animo quando parlai al telefono con lui, una calma adrenalinica.
Gli dissi che oramai le carte erano state girate, aveva capito quello che noi cercavamo, come aveva capito che avevamo scelto lui; gli esposi quello che volevamo, doveva coinvolgerci in una serate con mille possibili finali, Anna voleva giocare, Io lo stesso. Le regole erano sempre le stesse, era Anna la protagonista e lei a decidere.
Tornato a casa dissi a mia moglie di trovarsi pronta per le 21:30.
Anna per quella sera scelse l’eleganza, un vestitino color avorio che le arrivava sopra al ginocchio, con giochi di trasparenze, soprattutto sopra, dove dovette fare a meno del reggiseno, la sua magnifica terza stava su da sola.
Scelse un sandalo argento, tacco 10 e raccolse i capelli in uno chignon, era uno schianto!
Non volli chiederle se aveva messo le mutandine, oramai non mi meravigliavo di niente.
Seguite le mie indicazioni per arrivare a casa nostra, Salvo alle 21:30 ci aspettava in macchina giù al portone; quando uscimmo lui scese dalla macchina e venne a salutarci, come al solito ben vestito, a me a stento una stretta di mano, i saluti erano per mia moglie, le prese le mani e la fece girare su se stessa, ammirando lo splendore di mia moglie e riempiendola di complimenti.
Aveva un mercedes, proprio una bella macchina e glielo dissi; lui per tutta risposta mi diede le chiavi e disse guida tu, ho impostato il navigatore che ci porterà fino al ristorante.
Io salii al posto di guida mentre lui da perfetto cavaliere apriva lo sportello posteriore per far salire Anna, ma non lo richiuse, sali anche lui; in un attimo capii che quella sera avrei fatto l’autista.
Durante il tragitto, essendo davanti, ero quasi tagliato fuori dai loro discorsi che spesso erano detti sottovoce e dallo specchietto retrovisore incrociavo lo sguardo e gli occhi di mia moglie, anche se dialogava con Salvo, mi guardava e mi cercava.
Guardando il navigatore vidi che mancavano ancora un po’ di chilometri e chiesi a Salvo perché aveva scelto un posto così lontano, non ottenni risposta e alzando la testa verso lo specchietto retrovisore vidi la testa di mia moglie reclinata all’indietro, Salvo non lo vedevo, era seduto proprio dietro di me; poi sentii i mugolii di mia moglie, capii che aveva la mano del nostro amico in mezzo alle cosce, la stava masturbando.
Salvo vide che stavo osservando la scena dallo specchietto e mi disse “continua a guidare, ho scelto un posto molto bello per l’occasione, è un po’ fuori mano, ma ne vale la pena; intanto mia moglie aveva sempre la testa leggermente all’indietro, Salvo continuava ad accarezzarle la fica e lei neanche ascoltava i nostri discorsi, guardandola dallo specchietto vidi che stava gemendo.
Guidavo e mi aggiustavo le gambe sul sediolino, la mia erezione mi dava fastidio nella posizione da seduto.
Poi ad un certo punto Salvo smise di fare quello che stava facendo e si avvicinò da dietro a me, avvicinando le sue dita sotto il mio naso, sentii l’odore degli umori di mia moglie!
“La tua Anna ha una fragranza unica”; e mi strinse il braccio.
Anna si era ripresa dai piccoli spasmi che il nostro Amico le aveva dato e cominciò a chiacchierare con me, come se quel che era successo poco prima non fosse mai accaduto; questo spirito mi piaceva.
Non vi nascondo che ancora adesso, quando sono solo nei miei momenti e mi masturbo, le uniche immagini che si riflettono nella mente sono le scene simili che io e la mia dolce moglie abbiamo vissuto.
Arrivammo al posto, sembrrava una grande villa su più piani, circondata da tanto verde; aveva un muro di cinta molto alto e un viottolo che saliva su verso la struttura che era stata adibita a ristorante.
Salvo mi fece fermare all’inizio del viottolo, scese e apri lo sportello a mia moglie, le porse la mano e l’aiutò a scendere, poi rivolto a me mi disse di proseguire fino alle spalle del fabbricato, lì c’era il parcheggio; ricordo che rimasi un po’ confuso quando mi disse di andare a parcheggiare la macchina mentre lui accompagnava mia moglie all’interno, ma vidi Anna che non face neanche una piega, accettò il braccio di Salvo e si avviarono su per il viottolo, senza neanche dirmi una parola.
Quella cosa per me fu un pugno allo stomaco, era la prima volta che un altro uomo gestisse il rapporto tra me e mia moglie, dicendomi cosa fare e dove andare; provavo sentimenti strani, un misto di rabbia e eccitazione, una cosa nuova per me; non avevo messo in conto che avrei vissuto anche quegli stati d’animo particolari, non vi nascondo che in un paio di momenti avevo pensato di mollare tutto, ma oramai il passo era stato fatto, non potevo più tornare indietro.
Trovai il parcheggio e risalii la strada, salendo su verso il Caseggiato.
Quando entrai notai subito l’eleganza del posto, c’era una reception nella sala d’accoglienza e poi un arco che portava alla sala ristorante, tavoli con coperti bianchi e sedie rivestite; mi venne incontro un uomo con la divisa da cameriere che mi disse di seguirlo, senza che gli dicessi niente, mi stava aspettando.
La sala era piena per metà, al centro c’era un piccolo rialzo della pavimentazione a cui si accedeva con due scalini, era la parte più In; fu lì che vidi ad uno dei tavoli centrali mia moglie in compagnia del nostro amico.
Li vidi prima io, Salvo giocava con un dito sul braccio di mia moglie; appena Anna mi notò, scansò la mano di Salvo, a nascondere quello che avevo visto.
Il tavolo era rotondo, le loro sedie erano vicine, la mia no.
Quando mi sedetti cercai di nascondere il nervosismo, ma Salvo lo notò e con una scusa mi disse di seguirlo; uscimmo su un balcone sul retro e mi chiese se era tutto a posto, si era accorto che stavo avendo qualche fastidio.
Feci la figura dello stupido, quella situazione l’avevo voluta io ma non volevo giustificarmi, gli dissi che era tutto ok, poteva continuare.
Tornammo al tavolo e brindammo con una bottiglia di prosecco, ricordo che guardandomi intorno mi resi conto che ero il meno elegante di tutti, non pensavo che ci avrebbe portato in un posto così, glielo dissi; “tua moglie è la più elegante”, mi rispose e mi fece l’occhiolino.
Ricordo che Anna mi mise una mano sul braccio chiedendomi sottovoce se era tutto ok, se mi piaceva quella situazione o se c’era qualcosa che non andava; mi stavo comportando da stupido anche agli occhi di mia moglie, decisi di rilassarmi e godermi quello che stava accadendo, era solo un gioco e come tale dovevo viverlo.
Cominciai a entrare nei loro discorsi e a esporre i miei punti di vista; Salvo notò il mio rilassamento e capi che poteva continuare.
Arrivarono le prime portate, tutte rigorosamente di pesce, accompagnate da un ottimo vino bianco; si chiacchierava e si scherzava, si parlava di tutto e spesso i discorsi si spostavano sul sesso, su dove e come piaceva farlo e delle nostre esperienze personali.
Salvo volle sapere di quella esperienza che gli avevo accennato parlando fuori alla cornetteria (il matrimonio del nostro amico Luca), fu mia moglie a descriverla, senza perdere nessun particolare.
Salvo apprezzò molto il racconto, capendo quanto mi piaceva esibire mia moglie e ci confessò che gli era diventato duro; anche per me fu cosi, ascoltando mia moglie raccontare quello che successe.
Poi sentii qualcosa sotto il tavolo che mi toccava la gamba e saliva su, era il piede di mia moglie; il coperto bianco del tavolo era abbastanza lungo da scendere fin quasi al pavimento, quindi nascondeva tutti i movimenti che accadevano sotto.
Con una mano reggevo il mio calice di vino e con l’altra massaggiavo e accarezzavo il piede nudo di mia moglie, poi mi resi conto di piccole vibrazioni provenenti dalla gamba stesa di Anna; anche loro con una mano reggevano i calici e l’altra spariva sotto il coperto.
Ci fu un attimo che nessuno parlava, io mi godevo il piedino di mia moglie che era arrivato a schiacciarmi l’uccello, Anna si godeva le dita di Salvo che le accarezzavano la fica e il nostro Amico si stava godendo la sega di mia moglie.
Solo quando vedemmo il cameriere arrivare cessammo quello che stavamo facendo, con risa generali.
Aspettai che il cameriere si allontanasse e mi rivolsi a mia moglie con ancora il sorriso sulle labbra: “non ti credevo così troia”.
“Mi piace fare la troia per te” mi rispose e aggiunse “ma il piacere è anche mio, me lo hai fatto scoprire tu”, si sporse verso di me e mi diede un bacio in bocca.
Salvo si sporse verso Anna sussurrandogli qualcosa nell’orecchio, lei mi guardò e sorrise, facendo al nostro amico un cenno di assenso; poi si girò verso di me e disse: “voi due siete uguali”.
Il significato di quelle parole lo capii di li a poco, quando arrivò il cameriere; Anna si spostò un po’ indietro con la sedia e quando il cameriere la servì notai che guardando in basso, strabuzzò gli occhi.
Servì Salvo senza mai staccare gli occhi dalla sedia di mia moglie, Salvo lo guardava e sorrideva, lui diventava sempre più rosso, poi servì me e si allontanò; fu Salvo a spiegarmi che al ragazzo piacevano le gambe di mia moglie, soprattutto vedendo come lui le accarezzava.
Sentii premere nella patta dei pantaloni; stava prendendo il mio posto, esibendo mia moglie ad un perfetto sconosciuto.
Il vino scorreva e cominciava a dare i suoi effetti, eravamo tutti e tre molto allegri, soprattutto Anna, poi Salvo si rivolse a lei: “chissà cosa avrebbe dato quel ragazzo per avere la sua mano al posto della mia”.
Il vino le aveva fatto perdere le inibizioni e con un sorriso sulle labbra disse: “se mio marito è d’accordo posso fargli un servizietto, è pure un bel ragazzo”.
Fu salvo a risponderle: “tu stasera sei nostra, gli altri devono desiderarti, non averti”e le diede un pizzicotto sulla guancia.
Sentendo quelle parole, mi resi conto di aver dato a quell’uomo il potere di fare quello che voleva con mia moglie; mi ritrovai in uno stato di euforica eccitazione, il nervosismo e l’ansia erano spariti, volevo solo vedere mia moglie fare la troia.
Salvo si alzò per andare in bagno e io mi ritrovai solo al tavolo con mia moglie; allungò il braccio e cercò la mia mano, ricordo che ci guardammo senza parlare, non ce n’era bisogno.
Ci sorridevamo a vicenda, poi si alzò e venne verso di me, mi baciò a lungo in bocca e mi disse ti amo.

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