Quella mattina stavo giocando a calcio con la mia squadra, in trasferta. Eravamo in vantaggio per 2-0 quando mi accorsi che Michela, una mia amica, mi stava guardando giocare. Visto che era una grande figa, mi eccitavo mortalmente. A 10 minuti dalla fine venni sostituito e riuscii a finire di fare la doccia prima che la partita finisse.
Sotto l’acqua bollente mi feci una sega, pensando alla mia amica.
Quando uscii dagli spogliatoi incontrai Michela che mi chiese:
“I miei genitori non sono in casa. Che ne dici di venire a mangiare a casa mia?”.
Io accettai subito.
Dopo cena ci sedemmo sul divano e accendemmo la televisione.
Non trovando niente di bello, Michela mi propose di vedere un film porno:
“Ciucciami la passera” con Selen.
La protagonista era una bagnina che aveva fatto una scommessa con una sua amica: chi sarebbe
passato davanti a lei con un rigonfiamento poco normale sotto gli slip, avrebbe dovuto scopare con Selen in una cabina pubblica.
Passarono un gran numero di persone, fra le quali un diciottenne che prese molto seriamente la proposta della bagnina sexy e, dopo essersela portata in una cabina, iniziò a scoparsela con un gran numero di particolari.
Vedendo quelle scene e avendo il seno di Michela a pochi centimetri dal naso, coperto solo da una
magliettina aderente, non mi trattenni.
Allungai la mano e palpai la tetta destra di Michela che mi guardò perplessa, ma poi si tolse la
maglietta: spuntarono le sue tette, che come pensavo, non erano coperte dal reggiseno.
I capezzoli erano piccoli e rosei, ma erano lunghi e duri come chiodi e la sua areola era larga 3-4 centimetri.
Cominciai a baciarle e a leccarle. Presi in bocca un capezzolo eretto e cominciai a succhiarlo.
Mentre succhiavo, giocavo con l’altra tetta, stringendola e palpandola, era un sogno!
Le sue mani cercarono il mio membro e cominciarono piano ad accarezzarlo mentre baciavo i suoi seni con avidità.
Si chinò su di me e se lo introdusse in bocca succhiando e pompando.
Dopo qualche pompata le dissi che stavo arrivando e lei, per tutta risposta, aumentò la velocità,
bevendosi tutta la mia calda sborra che un po’ finì sulle sue labbra.
Mi gettai a leccare la tenera fichetta, e Michela gemette spalancando la bocca.
E’ stato un piacere succhiare il suo nettare e sentirla fremere ad ogni colpo di lingua.
Ho continuato così a lungo, delicatamente, sollecitandole il clitoride alternativamente con un dito e
con la lingua.
Le labbra si bagnarono immediatamente e potei assaporare il profumo di lei, reso più forte e salato
dal sudore…
La cosa certo non dispiaceva a Michela che presto, inarcando la schiena raggiunse il suo primo
orgasmo della giornata.
Con la punta della lingua le ripassai i lobi delle orecchie poi la baciai sul collo, iniziammo a
baciarci con foga e dopo qualche minuto spingendola lentamente verso il basso si ritrovò distesa ed
io sopra di lei.
Le aprii le cosce. Michela non oppose resistenza e quando le fui sopra e le dissi: “Michela, voglio scoparti!”, lei mi rispose:
“Fai pure! Ma fallo in fretta…”.
Michela mi passò le cosce intorno alla vita aiutandomi a scivolare in lei. Il suo pube prese ad assecondare il mio ed ben presto il ritmo dell’amplesso divenne frenetico.
“Sborra, sborrami dentro” gemette lei esaltata mentre con le mani mi afferrava le natiche e mi aiutava ad accentuare ancor di più il ritmo. Io finalmente esplosi in lei allagandola e lei reagì alle calde sferzate di sperma con un nuovo travolgente orgasmo.
Mi abbandonai ansante al suo fianco. Ci guardammo un po’ e mi chiese:
“Posso fare una doccia?”.
“Certo… mi piacerebbe farla con te” la implorai.
“Va bene”.
Così, nudi, ci siamo chiusi nell’esiguo spazio del box doccia.
Lei si inginocchiò davanti a me, le sue labbra morbidamente dischiuse a pochi millimetri dal mio cazzo. Lo strinse con una mano e diede un primo colpo di lingua sul glande. Alzò lo sguardo sorridendo, osservando la mia reazione.
“Ti prego – la implorai – prendilo in bocca!”.
In un attimo il mio uccello sparì tra le sue labbra, potevo sentire il suo palato, e la sua lingua che lavorava frenetica sulla cappella. Quando si accorse che il mio orgasmo era inevitabile si tolse il cazzo dalla bocca ma continuò a leccarlo. Io esplosi in una sborrata memorabile, schizzandola sul viso, lei lo riprese subito in bocca, ingoiando gli ultimi fiotti e ripulendo per bene l’asta, ed emettendo gemiti di piacere.
“Ti voglio prendere…”.
“Cosa vuoi, dimmelo, fa presto, non ne posso più…”.
“Ti voglio inculare…. Voglio montarti, cavalcarti ficcartelo così in fondo da farti urlare… Mettiti a pecora… Dai… Dammelo…”.
“Lo vuoi? E’ tuo, prendilo” lo appoggiai al buchino e spinsi piano.
Un gemito di dolore mi indusse a fermarmi.
“Fai piano ti prego”.
“Se non vuoi non lo faccio”.
“Si, dai, ma fai piano”.
Immersi ancora il mio membro nella sua fessura e riprovai cominciando a spingere lentamente, piano piano cominciò ad entrare. “Mmm, come sei stretta!” biascicai eccitato. “Ohh, come è grosso e duro! Mmm, dai muoviti un po’!” biascicò lei, appoggiando saldamente le mani al muro. “Ohh, sii, così, dai, dai! Adesso inculami, inculami più forte, dai! Ahh!” mormorò lei. Facevo avanti e indietro con la potenza degna di un toro. E lei subiva con lamenti e sussurri spezzati: “così … Sì … Ah … Come sei forte … ancora … sono tutta aperta … Ah …. Mi fai ancora male …Ah … Sì … Tienimi stretta … Possiedimi … No … Ah … Basta, basta …”…
Continuai così per circa dieci minuti: arrivai all’orgasmo, cacciai fuori il cazzo e sborrai sui peli della fica e tra le tette della figona. Uscimmo dalla doccia, tornammo in salotto e ci buttammo sul divano. La feci mettere a cavalcioni, con le ginocchia ai lati della testa, così che davanti al mio volto ora si apriva la sua figa palpitante, mentre lei si trovava di fronte al mio pene. Ela, sdraiata sopra di me, mi lavorava la cappella con la lingua ed io le ricambiavo il piacere dedicandomi con passione ora al suo clitoride ora al buchetto di quel culo delizioso di cui Michela è dotata. Apprezzava molto il trattamento ingoiando con sempre maggior foga il mio uccello ormai durissimo. Si lasciò chiavare dolcemente in bocca mentre io la leccavo appassionatamente e la portavo lentamente, ma inesorabilmente, verso l’orgasmo. Un suono gutturale sgorgò dalla sua gola oscenamente ingombra per il mio cazzo che le affondava in bocca, il suono si protrasse a lungo, mentre il suo corpo vibrava sotto di me travolto dalle piacevoli fitte dell’orgasmo. Non ancora soddisfatta, si sedette su di me, accogliendo il mio sesso nel suo. Cominciò ad ondeggiare sinuosa, mugolando per il piacere. Le accarezzai le cosce, poi le agguantai le chiappe, accompagnando il suo movimento: su, giù, su, giù… il paradiso! Rimasi così, immobile, ad ascoltare le sensazioni che arrivavano dal mio membro. Le toccavo le chiappe, il seno e tutto quello che potevo toccare. Il suo respiro era diventato molto pesante, poco dopo appoggiate le mani sulle mie spalle sollevò in parte il suo busto dal mio e mugolando di piacere accelerò decisamente il movimento del suo bacino. A quel punto sentii che mi stava portando velocemente all’orgasmo; allora mi attaccai alle grosse tette con le mani e qualche istante dopo vi affondai le dita stringendole forte mentre il mio pulsante pene emetteva una buona quantità di sperma che schizzando all’interno della sua vagina in preda alle convulsioni portò anche lei all’orgasmo.
Credendo che i genitori da un momento all’altro sarebbero tornati, Michela volle che le facessi un ditalino. Non ci pensai due volte. Michela avvertì le cosce divaricarsi. Un dito febbrile percorse lo spacco della sua intimità. Il mio dito prese a percorrere delicatamente lo spacco avanti e indietro: le labbra si inumidirono e inevitabilmente si spalancarono, aprendosi in tutta la loro estensione. In quell’istante cominciò a venire. Il dito mio si insinuò profondamente nel suo intimo provocandole un orgasmo inaudito; non poté trattenersi dal gemere. E fu probabilmente il movimento e questo crescere di mugolii, oltre all’ansimare che provocò il mio orgasmo. Lo sperma schizzò inizialmente prepotente tra i nostri corpi, poi prese a fluire vischioso imbrattando la pelle candida di Ela e insinuandosi tra le sue cosce, finendo sul divano.
Dopo un lungo bacio, me ne andai felice di avere una nuova amica disposta a darmela senza troppi problemi.
Ela, la gnoccolina
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