Diario di un rapporto molto particolare. – 3

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Cornuto inconsapevole dapprima, cuckold consenziente poi, lentamente sottomesso, posto in castità forzata, per anni relegato nel ruolo di sissymaid da mia moglie e dal suo bull, infine fisicamente e mentalmente femminilizzato.

Oggi, pienamente calato/a nel ruolo femminile, ho deciso di pubblicare su questo sito alcuni ricordi inerenti questo lungo processo di anni.
Non seguirò necessariamente un ordine cronologico nel farlo poiché, non essendo scrittore di professione, non mi sento all’altezza di organizzare i miei ricordi secondo una struttura classica e temporalmente consequenziale. Ciò che andrò via via scrivendo sarà più simile all’estrapolazione di alcune pagine da un diario che non ho mai scritto ma che è ben stampato nella mia mente, in una sorta di continui flashbacks.
Di ciò mi scuso anticipatamente, con chi avrà la compiacenza di leggermi.
Protagonisti di questi ricordi: io, Paolo, marito inadeguato e maschio mancato, quasi quarantenne oggi e poco più che trentenne all’epoca dell’inizio dei fatti. Mia moglie Marisa, vera e propria “hotwife”, sessualmente esuberante e di qualche anno più giovane di me. Il bull, Bruno, ipervirile e superdotato collega di mia moglie, arrogante, sessualmente insaziabile, decisamente perverso, sempre concentrato nell’affermazione del suo ruolo di maschio alfa.

-Umiliazioni- Sottomissioni umilianti

Le fedi alle dita dei piedi le porto sempre, le tolgo solo quando sono in pubblico a piedi nudi, tipo al mare.
Proprio a proposito di queste fedi, ricordo il dialogo scambiato col bull quando mi fu imposto di portarle ai piedi, non più alle mani.

-Lo sai, fighetta, perché voglio che le porti lì?

-Per ricordarmi che non ho più alcun diritto su mia moglie?

-Anche, ma il senso principale non è quello…

-E quale sarebbe allora?

-Davvero non sai cosa significa portare un anello al secondo dito di entrambi i piedi nella simbologia cuckold-hotwife?

-No, non lo so… mi spiace.

-Fighetta fighetta… mi deludi. Credevo che una come te con una lunga carriera di seghe sparate su siti cuck alle spalle fosse un po’ più preparata in materia… comunque, così come per il braccialetto portato alla caviglia destra dalla hotwife, anche l’uso dei due anellini ha un preciso significato… a proposito… almeno il significato del braccialetto alla caviglia destra lo conosci vero?

-Si… che la hotwife è disponibile per rapporti sessuali al di fuori della coppia.

-Brava fighetta… lo vedi che qualcosa allora lo hai imparato, a forza di menarti il pisellino in internet… allora, dicevamo… i due anelli al secondo dito di ciascun piede significano che la hotwife è PARTICOLARMENTE disponibile a ricevere cazzi neri. Chiaro che di solito è la hotwife a portarli ma, siccome tua moglie me la scopo solo io e non ho intenzione di dividerla con nessuno, e in considerazione che pure tu in fondo sei femmina, io e Marisa abbiamo deciso che è più giusto che gli anelli stiano a TUOI piedi e non ai suoi. E poi, se vogliamo dirla tutta… non dirmi che una che si sgrilletta per tre volte di filato guardando foto di maschioni neri, non è particolarmente disponibile a ricevere cazzi neri… o no?

***

Ok, faccio mente locale su quelli che per me sono stati i momenti nei quali ho sentito di aver attraversato una barriera fino ad allora mai oltrepassata…

Tra queste, sicuramente ricordo ancora con vergogna la prima volta in cui pretese che mi venisse somministrato un clistere prima di essere posseduto.

Era successo infatti che, nel corso di una delle prime volte in cui mi aveva sodomizzato, avessi avuto un… chiamiamolo “incidente”, in seguito al quale si era ritrovato il cazzo particolarmente sporco (facilmente intuibile di cosa). Non l’aveva presa per niente bene.
Contrariamente però a quanto mi sarei aspettato, aveva provveduto da solo a pulirsi, in bagno, con un abbondante abluzione effettuata direttamente nel nostro lavabo. Avevo veramente temuto mi costringesse a ripulirlo con la lingua e ammetto di non essere proprio portato per cose del genere.

In quell’occasione avevo imparato che anche lui, come me, fortunatamente trova lo “s**t” assolutamente detestabile e antierotico. Ciò non significava però che avrebbe consentito il ripetersi di un evento del genere, per cui, la volta successiva, si presentò in casa nostra con un kit per l’enema completo, espressamente acquistato in farmacia.

E’ chiamato “kit da viaggio” ed è costituito da una sacca pieghevole di colore azzurrino dotata di un gancio da appendere in una qualsivoglia posizione elevata, un tubicino in plastica lungo un metro e mezzo circa e due differenti beccucci dotati di valvola a farfalla da introdurre: uno per le lavande anali, diritto e con un foro in cima, un altro per le lavande vaginali, più lungo, leggermente ricurvo e dotato di vari forellini tutt’intorno alla punta.
Me lo mostrò con un certo compiacimento, poi mi invitò a seguirmi in bagno per una dimostrazione pratica…

Dovetti ricevere tre sacche complete di acqua calda mista a sapone neutro, a quattro zampe nella vasca da bagno (beccuccio da lavanda vaginale). Al termine di ciascuna di esse venivo fatto accomodare sulla tazza per evacuare. Soltanto quando l’acqua evacuata si presentò completamente limpida, mi fu consentito di sciacquare e riporre tutto via con l’espresso ordine che da allora in poi, prima di ogni sua visita in casa nostra, avrei dovuto effettuare la stessa operazione (fortunatamente per conto mio), per poter fornire una figa anale pulita e profumata al maschio di casa.

Lo so, forse non sembrerà una cosa particolarmente dura, ma sicuramente la ricordo tra una delle più umilianti esperienze cui mi sia mai dovuto sottoporre.

***

Anche il seguente episodio, prima vista non particolarmente duro, è stato per me molto umiliante, all’epoca.

Si tratta della prima volta in assoluto in cui Bull Bruno pretese che io lo masturbassi fino a farlo venire, in presenza di Marisa.
Avvenne nei primi tempi del nostro mènage à trois e lo percepii come una forma di umiliante sottomissione al nuovo maschio di casa. Più ancora dell’essere montato, anche se potrà sembrerà strano.

Ma procediamo col racconto vero e proprio…

Sono le sette di sera e Bull Bruno ha appena annunciato il suo imminente arrivo. Ho meno di un’ora per preparare Marisa, perciò, senza perdere tempo: doccia, crema emolliente, controllo dei peli pubici, vestizione. Per l’occasione opta per un paio di calze di seta bianche con tanto di reggicalze, reggiseno e perizoma ridottissimo di pizzo bianco, sandali bianchi con tacco 13. Io sono nudo e non mi è stata ancora imposta la gabbietta. Più di una volta, nel corso della preparazione, il mio pisello tradisce la mia eccitazione, con conseguente ilarità di mia moglie.

Quando mancano ormai pochi minuti all’arrivo del bull, mia moglie sbianca in volto e corre in bagno. Non so come interpretare la cosa. Dopo un po’ mi chiama e mi mette al corrente che ha avuto il più imbarazzante degli incidenti per una donna in procinto di essere montata: le è improvvisamente arrivato il ciclo.

Come forse ho già avuto modo di dire, Marisa non può avere figli per colpa di una malformazione congenita delle ovaie; oltre a ciò, non so se per diretta conseguenza o meno, il suo ciclo risulta estremamente irregolare e, pertanto, imprevedibile.

Mentre le sto procurando un bicchiere d’acqua, una pastiglia di “Buscopan” e la s**tola dei tampax, suona il citofono: Bull Bruno.

-Ohccavolo… ma tu guarda se mi dovevano venire proprio adesso! Bruno ci rimarrà malissimo! Corri… vai ad aprire e spiegagli la situazione mentre io finisco qui.

Un paio di minuti dopo sto spiegando la situazione a Bull Bruno che, in effetti, sembra alquanto contrariato.

-Ma non me lo potevate dire prima, che mi sarei risparmiato un’ora di traffico per venire qui??

-No… è che… è successo proprio ora, l’avremmo avvertita ma non ne abbiamo avuto nemmeno il tempo…

Mi scavalca senza prestarmi la minima attenzione e si dirige in camera da lei. Lo seguo.

-Che mi tocca sentire, bella mia… ti si sono aperti i rubinetti? Proprio adesso? Ma guarda che sfiga… vabbè… vorrà dire che invece di starcene qui a scopare per la gioia di quella fighetta della tua maritina, ce ne andremo a cena fuori…

-Scusa tanto Bruno… sono davvero mortificata…

-Ma no, dai. Nessun problema… preparati che ti porto fuori.

Lei sembra sollevata e comincia a cambiarsi per la serata, io me ne sto lì non sapendo bene se doverla aiutare oppure farmi i fatti miei, in un angolo della stanza, quando lui se ne esce con un:

-Certo che…

Marisa si blocca e, guardandolo interrogativamente:

-Certo che…?

-Dicevo… certo che arrapato come sono, un po’ mi dispiace di non fare proprio nulla…

Marisa lo guarda teneramente e dice:

-Vuoi che ti faccia un pompino? E’ il minimo che possa fare per farmi perdonare…

-No no… pensavo ad altro, veramente…

Stavolta siamo in due a guardarlo interrogativamente. Fa una pausa di qualche secondo, poi continua:

-Pensavo che la tua maritina qui… per una volta tanto potrebbe rendersi utile…

Deglutisco in silenzio, non so cosa abbia in mente ma so che non sarà una cosa buona per me.

-Ma certo!- fa lei – Sarà più che felice di rendersi utile… non è vero Paoletto?

-Ehmm… si, certo.

Faccio io.

-Allora… tu continua a prepararti e intanto Paoletta qui penserà a darmi un po’ di sollievo…

Detto ciò, inizia a slacciarsi la cinta dei pantaloni.

-C…cosa dovrei fare?

-Niente di troppo impegnativo, soprattutto per una sgrillettatrice cronica come te, fighetta… voglio solo che tu mi faccia una bella sega, prima che io porti tua moglie a cena fuori, tutto qui.

E, mentre dice ciò, finisce di sfilarsi i pantaloni e si sdraia a gambe aperte sul letto.
Io, dopo qualche attimo di comprensibile esitazione, faccio per avvicinarmi e prenderglielo in mano per dargli ciò che chiede, ma vengo bloccato dalle sue parole:

-No, fighetta… non così… Voglio che tu indossi per me quello che aveva indossato tua moglie per me stasera… sarebbe un peccato lavare quella bella biancheria senza che un vero maschio ne abbia goduto prima, no? Avanti, metti tutto e non tralasciare niente. Ti voglio vestita esattamente come lei prima. Sarà come se fosse la sua… riserva, a scendere in campo, stasera.

*

Ho indossato calze e giarrettiera, reggiseno, perizoma e sandali (stretti da morire, ma ci sono riuscito) e mi sento un bel po’ ridicolo. Ho perso giusto un attimo davanti al perizoma macchiato del suo mestruo, ma poi ho indossato anche quello.

Me ne sto lì impacciato ai piedi del letto, non sapendo bene cosa fare.
Marisa continua a vestirsi per la serata fuori. Bull Bruno mi dà ulteriori istruzioni:

-Adesso sdraiati qui vicino a me, e prendimelo in mano…

Faccio come dice.

-Brava… adesso comincia a menarmelo lentamente… di certo non dovrò insegnarti io come fare…

In effetti, da segaiolo incallito, quale sono sempre stato e sono, non mi manca sicuramente né l’esperienza, né la competenza per saper come segare propriamente un cazzo.

-Mmmhhh… brava, continua così… metti una gamba sopra la mia, intanto che mi seghi…

Sono imbarazzatissimo, specie perché Marisa, che ha ormai terminato di prepararsi, se ne sta ai piedi del letto a rimirare beatamente la scena.

Ce la metto tutta, ricorrendo alla mia pluriennale sapienza in fatto di seghe. Il suo cazzo sembra (e dopotutto lo è) enorme, tra le mie dita. Non mi riesce nemmeno di chiuderle attorno alla sua circonferenza.

-MMhh… brava, così, ancora… sei una vera esperta in fatto di seghe eh? Magari, se lo fossi stata un po’ meno, la tua mogliettina qui, invece di farsi scopare da me, avrebbe potuto ancora farsi scopare da te …vero, Marisa?

Marisa non risponde, limitandosi a guardare la scena, mentre io arrossisco per l’umiliazione.

– …magari anche no: avrebbe comunque avuto bisogno di un vero maschio, con un vero cazzo, che si prendesse cura di lei come una vera femmina merita. Non è così, Marisa?

Marisa continua a starsene in silenzio, e lui insiste nell’ottenere una risposta:

-Non è così, Marisa? Per quanto tempo ancora avresti continuato a farti scopare da una fighetta come la tua maritina, qui, senza aver bisogno di un vero maschio tra le cosce, eh? Non è questo che mi hai sempre detto, Marisa? Che volevi sentire un vero maschio e non una femmina mancata, dentro? Dillo anche a Paoletta, Marisa, diglielo come lo hai sempre detto a me…

-Si… è così…

Fa lei sottovoce.

-Come? Non ho sentito, dillo forte!

-SI, E’COME DICI TU!

Ripete Marisa, arrossendo lei, stavolta.

Mio malgrado, il mio insufficiente (almeno per gli standard di mia moglie) cazzetto tradisce la mia eccitazione e ciò non passa inosservato agli occhi di Bull Bruno:

-Ma guarda guarda come si ingrossa la clito alla tua maritina a sentire parlare di veri maschi! Avanti su! Accelera! Muovi quella mano che voglio schizzare!

Aumento il ritmo e d’un tratto percepisco il suo cazzo contrarsi prima dell’eiaculazione.
Sborra di colpo con foga sorprendente. Lunghi archi di sperma si librano nell’aria, incurvandosi per poi depositarsi sull’ addome dai poderosi muscoli contratti nell’orgasmo; ne conto una dozzina.

Ho ancora il suo cazzo tra le dita, che va lentamente sgonfiandosi, quando mi mette una mano sulla nuca, ordinandomi:

-Adesso pulisci tutto con la lingua, fighetta, che non ho tempo di farmi una doccia.

(:

***

Serata in casa mia con mia moglie e il bull.

Ore 19.00

-Allora, Paolo… io e Bruno staremo a cena fuori, come ti avevo detto, però poi veniamo a dormire qui. Tu metti tutto a posto e poi fatti trovare pronto per quando torniamo, ok?

-D’accordo, ma non sai dirmi a che ora verrete, più o meno?

-Prima delle 11 proprio non credo, comunque tu preparati da prima… che ti costa?

“Prepararmi” significa indossare calze, sandali, pettorina e per il resto rimanere completamente nudo; col freddo che fa in questi giorni significa quindi anche mettere sopra qualcosa da poter velocemente togliere e far sparire al momento giusto, prima che bull Bruno entri in casa. A lui non piace avermi in giro coperto.

-D’accordo allora. Buona serata, divertiti.

-Aspetta… prima che io esca dovresti fare una cosa per me…

Oddio… quando comincia così di solito sono dolori…

-…da quant’è che non ti dai una lavata…”lì sotto”? Hai capito cosa intendo, no?

Rimango un po’ sorpreso. Il rituale del lavaggio controllato del mio pisello è stato definitivamente abolito da quando mi hanno imposto la gabbietta metallica, dato che è molto semplice poter lavarsi senza toglierla. Da quando la porto infatti non ne sono più uscito nemmeno per un nanosecondo.

-Ma… mi lavo ogni giorno, lo sai, …perché mi fai questa domanda?

-Beh… penso che lavarsi rimuovendo tutto una volta ogni tanto non sia una cosa sbagliata, non credi?

-Beh no… ma vuoi che lo faccia proprio ora? Non devi uscire, scusa?

-Appunto… dai forza, togli i pantaloni e vieni in bagno.

Mi suona molto strano, ma non so cosa pensarne. Faccio come dice e la seguo in bagno.

Una volta aperto il lucchetto e rimossa la gabbia vera e propria, ancor più strana mi suona la sua richiesta di togliere anche l’anello alla base del cazzo. Rimozione del tutto superflua ai fini igienici. Continuo comunque a non obiettare e mi godo il bidet “in libertà”.

All’inizio della “prigionia” del mio pisello, trovavo molto imbarazzante questa pratica di dover fare bidet sotto sorveglianza, ma ormai, dopo tutte le volte in cui ciò è accaduto, ci ho fatto il callo.

C’è anche da dire che, dopo mesi di gabbietta, in maniera inversamente proporzionale alla tua voglia di poter avere un qualche sfogo, il pisello stesso sembra prendere atto della propria inutilità al punto che, nonostante tutta la voglia che tu possa avere, le sue dimensioni sembrano ridursi. Credo infatti che a seguito della mancanza di erezioni vere e proprie, i suoi tessuti si ritirino e, anche in posizione di riposo, puoi notare una sensibile riduzione di volume rispetto a prima. E’ una riduzione temporanea, d’accordo, ma piuttosto evidente. Il mio, che già in condizioni normali è piuttosto piccolo quando non in erezione, diventa ancora più corto e sottile. Le dimensioni della cappella, in particolare, si riducono a quelle della cappella di un ragazzino prepubescente. Una cosina minima da prendere in mano, insomma.

Questo è ciò che sto constatando mentre faccio in modo che il getto d’acqua rimuova il sapone, facendone scorrere indietro il prepuzio con le dita.

-Ok, metti questa, per oggi.

Così dicendo, Marisa mi porge la vecchia CB, dopo averla tirata fuori da non so dove.
Intuisco che deve esserci dell’altro sotto.

-Questa? Perché questa e non l’altra?

-Oh… fai così e basta. Dai che non ho tempo…

Ok… ormai è chiaro: questa deve essere una richiesta di Bull Bruno. Per forza.
Quando Marisa reagisce così alle mie domande vuol dire che l’idea non è la sua. Vediamo stavolta dove vogliono andare a parare…
Rimetto la vecchia CB6000 e lascio che mia moglie faccia s**ttare il lucchetto.

-Ciaocivediamodopomiraccomandofattitrovarepronto!

E mi lascia lì a interrogarmi sul perché di questo strano cambio..

Ore 23.40

Sono arrivati da una ventina di minuti e se ne stanno sdraiati assieme sul divano. Devono aver già bevuto parecchio a cena perché hanno rifiutato ulteriori alcolici. Io, che ho fatto appena in tempo a farmi trovare nel regolamentare abbigliamento (autoreggenti, perizoma, tacchi alti e pettorina), sto servendo loro il caffè.

-Fighetta… da quant’è che non hai un’erezione?

Domanda il Maschio di Casa, poi, senza aspettare una mia risposta, aggiunge:

-Ho letto che non è salutare non averne per prolungati periodi di tempo e parlandone con tua moglie mi è sembrato di capire che fosse preoccupata per te… Io come sai sarei per soluzioni più drastiche, visto che proprio non capisco cosa serva a una femmina, quale tu certamente sei, quell’inutile affarino che hai tra le gambe… comunque, per tranquillizzare Marisa più che altro, stasera ho deciso di concedertene una come si deve.

Qualcosa nel tono di questo discorso non mi convince. Trovo tutto piuttosto strano, però ammetto che la prospettiva di poter avere un orgasmo dopo tanti mesi non mi fa andare troppo per il sottile, perciò voglio ringraziarlo.

-Grazie… davvero grazie… cosa devo fare?

-Fai bene a ringraziarmi, fighetta, non sono molti i padroni che permettono alle loro schiave di avere erezioni così facilmente… Ad ogni modo… siccome sono convinto che. da fighetta pallemoscie quale sei, potresti avere qualche problema a fartelo venire duro, ho pensato di fornirti un aiutino…

Si mette una mano in tasca e tira fuori qualcosa. In principio non capisco cosa sia, poi, quando mette la mano sotto al mio naso col palmo aperto, riconosco subito l’“aiutino” di cui sta parlando: compresse di VIAGRA 75, due.

Ho provato il Viagra, qualche anno fa, quando ancora tentavo di recuperare il mio rapporto con Marisa fornendo prestazioni da maschio. Me lo ero fatto prescrivere dal mio medico curante, non senza imbarazzo, per ovviare ai problemi psicologici che non mi consentivano di avere erezioni durature durante i miei rapporti con lei. La cosa aveva funzionato solo parzialmente.
Ora però, dopo cinque mesi di castità assoluta, l’utilizzo di questo coadiuvante mi sembra superfluo. Tento di farglielo presente:

-Ma… veramente… credo proprio non ce ne sia bisogno…

-Ce n’è bisogno eccome, fighetta! Fidati di zio Bruno… vai a prendere un bel bicchierone d’acqua, poi torna qui e butta giù…

Ore 00.10

Inizio a sentire gli effetti collaterali che già conoscevo: lieve bruciore agli occhi, costipazione delle mucose nasali e percepibile aumento della temperatura corporea.

Contrariamente a quanto comunemente ritiene chi non ha mai provato questo farmaco, il Viagra NON è un afrodisiaco. Esso non incide affatto sulla libido e di sicuro non genera appetito sessuale se non già non lo hai. Agisce solo sulla capacità di reagire agli stimoli sessuali agevolando l’afflusso di sangue agli organi erettili, favorendo pertanto l’erezione e il mantenimento della stessa.
Comunque… dopo cinque mesi in castità assoluta guardando tua moglie e il suo bull scopare come ricci davanti ai tuoi occhi senza avere nessuna possibilità di partecipare, l’appetito sessuale è l’ultima cosa che ti manca, ve lo assicuro.

-Cominci ad essere pronta adesso, fighetta? Vieni un po’ qua che controlliamo la clito…

Mi avvicino al divano e il bull guida la mano di lei a prendermi le palle in mano, dopo aver scostato di lato il perizoma.
Inizia a manipolarle lentamente.
Nel giro di pochi secondi sento il mio povero cazzo occupare tutto lo spazio a disposizione all’interno della CB, tentando di andare anche oltre.

-Secondo te la clito di Paoletta sta reagendo bene? Che ne dici, Marisa?

-Mmhmm…

Si limita a mugugnare lei in segno di assenso.

-Mah… io non sono convinto. Secondo me le ci vorrebbe un aiutino… Sdraiati in terra Paoletta, a pancia in su… e tu, Marisa, metti le ginocchia ai lati della testa di Paoletta e abbassati in modo che possa sentire bene l’odore della figa…. Brava, così… alza la gonna e sposta le mutandine… fagliela leccare un po’… Io intanto mi tolgo i pantaloni…

Mi sto chiedendo perché nessuno abbia ancora aperto il lucchetto… anzi… avrei proprio bisogno che qualcuno lo facesse rapidamente perché il cazzo continua ad indurirmisi e l’anello della CB, tirando le palle verso la punta del pisello, inizia a fare male.
Intanto, tra le mie labbra e quelle della figa di Marisa, si sta intrufolando il cappellone turgido di Bull Bruno. Scoparla sulla mia faccia in questa posizione è una cosa che ha già fatto altre volte, ma solo raramente, soprattutto nei primi tempi.
Sono secoli che non accade, ma so perfettamente come comportarmi: lascio che la punta del cazzone di lui si faccia strada tra le mie labbra mentre gli passo la lingua tutt’intorno, insalivandola bene, poi, con la punta della lingua, la sollevo fino ad allinearla con la figa dischiusa di Marisa e continuo a leccare l’asta mentre scivola dentro, penetrandola.
Sento le grosse palle del bull poggiarmisi sulla fronte, poi scorrermi lungo il naso e infine, quando è tutto dentro di lei, depositarsi sulle mie labbra. Le lecco delicatamente, come so che vuole che io faccia. Sanno di maschio e di sudore.
Leccare le palle del toro mentre monta la tua signora: niente male come umiliazione, no?

-Allora fighetta? Ti piace lo spettacolo dalla prima fila? Scommetto che la clito adesso risponde bene, vero? Lo so che tenerla dura non è mai stato il tuo forte… perciò ha pensato a tutto Zio Bruno… dovresti ringraziarmi per tutto questo…

Mi dice Bull Bruno ansimando, mentre ammiro il suo cazzone pompare con forza la mia dolce metà, ipnotizzato. Intanto la CB sta praticamente strappandomi via le palle…

-Era proprio giusto che ti consentissi di avere un’erezione, dopo tanto tempo… non è così, fighetta? Beh… goditela tutta… magari ti starai chiedendo quand’è che ti apriremo la gabbietta per farti schizzare, vero? Beh… non succederà! Ovviamente non ho mai detto che te l’avremmo aperta… ma tanto è un dettaglio, per te, giusto? Le femminucce come te non hanno bisogno di far vedere agli altri che sono capaci anche loro di venire… anzi…

Ormai è chiaro: altro che darmi un po’ di sollievo dopo 5 mesi di castità… è solo un’ulteriore parto della mente malata del Maschio di Casa per ridere con Marisa alle mie spalle! NON hanno mai avuto intenzione di farmi sborrare ma anzi di rendermi la castità forzata ancor più penosa.
Sento il cazzo pulsare per il dolore. Vorrei poter rilassarmi e in qualche modo perdere questa erezione così dolorosa, ma l’effetto combinato del Viagra e di ciò che sta accadendo a pochi centimetri dal mio viso me lo rendono impossibile. Mettiamoci pure che i gemiti di piacere di Marisa proprio non aiutano…

L’agonia dura una mezz’ora buona, poi sento sulla lingua la vena spermatica del suo cazzone contrarsi ritmicamente a pompare sperma caldo dentro la figa di lei, poi lui che si ritira e se lo fa leccare da me, infine il suo stesso sperma colarmi in gola dalla figa ancora dischiusa.

Finalmente sono libero di alzarmi. Ho il cazzo e le palle viola.

L’effetto del Viagra è durato tutta la notte. Notte durante la quale sono riuscito a dormire in maniera molto poco continuativa, svegliato ogni oretta circa da dolorosissime erezioni.

L’indomani mattina, prima di uscire, Marisa mi ha fatto cambiare di nuovo gabbietta, rimettendomi quella metallica e le cose sono decisamente migliorate. Ho portato comunque segni fino ad oggi: lividi tutt’attorno alla base del cazzo in corrispondenza dell’anello e leggere escoriazioni sulla cappella in corrispondenza della fessura che si trova in punta alla CB. Fessura dalla quale il mio povero pisellino si era forse illuso di poter passare…

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