– ALLACCIARE LE CINTURE – ARRIVO A MALPENSA…
“Maria sveglia” hai dormito e sognato per buona parte del viaggio, stai bene? Ti lamentavi…” – la voce alterata di Ferruccio che mi scuoteva delicatamente- “Ora svegliati … è ora di scendere!”
Dopo tanto mio silenzio, nel resto del viaggio scambiammo ancora due chiacchiere, come ai bei tempi. Anzi diventai davvero loquace, come una vera femmina! E lui mi ascoltava rapito.
Voleva sapere meglio il perché di una scelta tanto radicale: era rimasto sconvolto da quanto gli chiedevo ed imponevo di fare, dopo la non sorpresa del divorzio, che si aspettava. La fuga era plausibile, ma tutto questo? Potevo giustificare tanto?
Gli raccontai tutto, ebbene si! vivere con chi non ti rispetta ti fa odiare la tua condizione di uomo. La vita con Marica da qualche anno era un’ inferno a tre, con un’impicciona che si intrometteva su tutto. Finiti i bei tempi da quando sua madre, qualche anno fa, si era stanziata nella camera degli ospiti con la scusa che stava poco bene ed aveva monopolizzato la nostra ex famiglia, distruggendone l’intimità.
E alla fine mi trovavo insoddisfatto e impotente quando serviva, costretto a non soddisfare una donna vogliosa.
La mia vita non mi piaceva più e ho voluto cambiare, rovesciando tutto! Quale nascondiglio ideale cambiando genere? Pensaci, non è il massimo per chi come me voleva provarci. Desideravo esplorare anche il lato femminile della vita! Con tutte le prospettive possibili.
– “Sono convinta e te lo dimostrerò che in tempi moderni, Maria una ricca femmina, bella, libera e cattiva come posso essere, vive molto meglio di com’ero prima: quel povero Mario succube di una suocera stronza e di una moglie succhia-stipendio!”
Si ricordava di quando parlavamo, davanti ad una birra, del difficile rapporto con le nostre fidanzate, di quanto a volte era difficile conviverci, e ubriachi ci scherzavamo e finivo per dire… “maledette femmine” … e lui rispondeva con un “…magari un mondo senza donne, dove ci si sposa tra uomini e non serve litigare per nulla!”
Meglio allora sceglier di esser donna e di poter influire e dominare l’altro sesso, senza esser spinti dal solo istinto di accoppiarsi. Cosa che ora potevo fare! Prima o poi averei anche fatto del sesso, con altre donne lesbiche sicuro, era nei miei sogni e chissà… appena possibile! E mi sarei sfogata facendo impazzire gli amanti di lei.
Mentre esternavo questi pensieri mi accompagnò in albergo, nella bella suite prenotata e salì fin in camera. Gli chiesi di farmi compagnia, di restarmi vicino e di scegliere per me una vestaglia più appropriata, bella e sexy, che mi rendeva davvero una femmina fatale. Continuammo poi a chiacchierare seduti sul letto, fino a tardi. Vedevo che cercava di starmi vicino, e mi lasciai coccolare. Finimmo per addormentarci stanchi del viaggio, vicini e abbracciati.
Al risveglio ero ancora tra le sue braccia, già sveglio mi accarezzava il viso, meravigliato dalla pelle ormai liscia. Imbarazzato mi chiese un rasoio, che non avevo più, la sua barba era cresciuta, ispida.
Lo baciai sulla guancia. Strana sensazione! Prima della mia trasformazione sembravamo fratelli, ora potevo essere scambiata per sua sorella! Questo pensiero mi solleticò…
Lo vidi scappare verso il bagno, con quella che sembrava proprio un’erezione mattutina, quel fastidio che ora non avevo più.
Pensando al sogno aereo, mi turbò l’idea di trovarmi presto a rischiare di fare sesso con uno stronzo come l’amante di Marica, la mia ex moglie. Un pensiero fastidioso, superato da un desiderio che mi fece sorridere. Decisa ed eccitata mi spogliai e tenendo solo un baby-doll trasparente sopra gli slip di pizzo rosso con l’assorbente di protezione, ed entrai nel bagno appena non sentii più lo scrosciare della doccia.
Uscendo dalla cabina Ferruccio mi vide seminuda, e la sua reazione non mi stupì. Era completamente irrigidito. Mi avvicinai sensuale, e mi inginocchiai davanti a lui, con lo sguardo dolce e facendo scivolare il leggero baby-doll a terra senza altri preamboli iniziai subito a succhiarlo. Sapeva di pulito e di sapone, fin troppo neutro. Mi stava in bocca con facilità. Alla prova dei fatti mi trovai a dimostrare la vera trasformazione e ad esserne entusiasta. Davanti a un bel pene lavato e profumato, duro ma non troppo lungo, molto simile al mio, mi trovavo ora a mio agio, e presi a gustarmelo. Era il mio primo, da succhiare, leccare e baciare con gusto… divertente però! In fondo questa ora era la mia nuova vita e l’amico apprezzava.
Avevo paura di dimostrarne poco slancio e di mostrare indecisione, e ci misi forse troppa voglia. Non lo facevo solo per imparare, farci l’abitudine e capire come muovermi. Sentirlo muovere rigido e delicato in bocca era piacevole, più del previsto. Era addirittura più facile dell’altro sesso orale che conoscevo. Lo spompinai con foga. Mi piaceva proprio farlo, ero una porca! Abituata prima ad esser succhiato, ora volevo provare per bene com’era essere dall’altra parte. Non è un affare sgradevole, anzi è un lavoro divertente. Sapevo come fare, beh più o meno come, e sapevo come piaceva a me. Lo feci per bene, con la giusta voglia e lo guardavo da sotto in su sorridendo. Cercavo anzi il suo sguardo, la sua approvazione. All’inizio sembrava vergognarsi, con la testa china di lato a guardare i miei fianchi, ma poi iniziò a gustare l’atto gemendo, e poi iniziò ad approvare a bocca aperta, ansimando. Riuscivo a farlo scorrere nella bocca socchiusa, insalivandolo e a inghiottirlo del tutto, muovendo sapientemente la testa e con le mani accarezzavo i suoi fianchi, arrivando ad abbracciarlo e a stringerlo palpando i glutei. Ferruccio apprezzava infatti mugolava già! Ora mi guardava stupito e si gustava lo spettacolo. Appena i nostri sguardi si incrociarono, fu una scintilla! Per entrambi.
– “Ahhh, se fai così…. vengooooo….ahhh..”
Senza più perdere il contatto con i suoi occhi lo succhiai e leccai ancor meglio, passando la lingua attorno al glande e con un rapidi movimenti della testa lo feci godere, sorridendo gioiosa fissando il suo sguardo perso.
La sensazione di potere era pari alla sua soddisfazione. Mi schizzò non poco in bocca, un getto caldo e sapido che pur consapevole mi sorprese! Non volendo lo allontanai finendo per prender parte dei rimanenti schizzi tra naso e l’occhio… allora me lo rimisi in bocca, dove esaurì presto la sua vitalità. Volevo protrarre la sensazione trattenendolo dentro, ma non ci riuscii.
Dal fastidio ero costretta a ripulirmi l’occhio arrossato con un asciugamano. Sentivo però di essermi divertita, parecchio… e ci scherzai:
“Uhm! meglio succhiare e inghiottire questo schifo che trovarselo addosso sul viso!” dissi con voce suadente.
“Scusa … ma è anche per colpa tua, imparerai con il tempo, a me è piaciuto davvero” rispose imbarazzato.
“A si? Allora che mi dici di questo?”
Mi ero rialzata, e con la bocca umida lo baciai sulla bocca, usando la lingua. Si lasciò fare.
Limonammo per un attimo, restai sospesa nel pensiero di aver fatto tutto quello che ho fatto con un uomo, che è come un clone di me, del Mario che ero prima e non con un altro uomo. Smisi di baciarlo per il pensiero disgustoso che ora saliva nella mia mente! Avevo io baciato un uomo! Mi sforzavo di non far capire questo mio stato d’animo. Più del sesso mi dava noia il bacio in bocca.
"Dimmi Ferruccio, non ti ha turbato o dato fastidio fare sesso con un tuo vecchio amico?"
“No, scherzi? Il pompino è stato divino, ma anche il bacio con il gusto del mio seme non è stato male!” mi disse lui. Era soddisfatto! Mi baciò questa volta lui di nuovo, tranquillizzata lo lasciai fare; poi mi disse deciso:
“Sei una gran donna! Per me non c’è più quel Mario di prima! Anzi, tra un paio di mesi posso esser io a prender la tua verginità? “
Silenzio.
“Me la devi! Sono o non sono il tuo miglior amico?”
“Uhm.. terrò presente la tua richiesta, vedremo … se te la meriti.”
Ero soddisfatta di aver scoperto questa gioia del sesso, un tassello che mi mancava, e presto avrei voluto completare anche tutti gli altri, ma ci voleva pazienza. La mia bocca era affamata, e presto tentai un altro approccio, ma lui accampò una scusa e mi lasciò sola. Ne approfittai per una doccia ristoratrice, e per massaggiarmi ed esplorare il bel corpo delicato.
Imparai presto a fare la preziosa: mi resi conto dell’enorme potere che avevo. Oggi avevo fatto un’esperienza perché volevo farla nel mio intimo da tempo, come se fosse ancora il sesso a guidare le mie azioni, ma era per mia precisa volontà e voglia. Decidevo con la testa e sapevo come farla perdere agli altri! Ora potevo usare il sesso per far fare agli altri ciò che io desideravo.
La cosa essenziale di questa condizione è che con moine, gesti, un buon profumo, un bell’abito e un aspetto attraente mi si aprivano tutte le porte.
Il fatto di non poter far sesso per parecchi mesi non mi pesava e mi fece capire il terribile potere che ha una bella donna. Anche solo con un sorriso, o con una promessa anche se poi non sarebbe stata mantenuta. Basta poco. Uscivo spesso solo per attirare gli sguardi di ammirazione e di desiderio. Accettavo maliziosa gli abbordaggi, scroccando qualche favore, senza concedere di più.
Con l’amico amante ora eravamo più intimi di prima e mi confidava alcune cose che prima non aveva coraggio di dirmi. “Sai che ero stranamente attratto da te anche prima, ma ora adoro questa tua nuova forma?” mi disse a bruciapelo qualche giorno dopo. Risposi che prima non ero mai stata attratta da alcun uomo, mentre ora non riuscivo a passare momento senza bisogno di un suo approccio, di una carezza o di un bacio!
Arrivò il benedetto giorno che il ginecologo mi tolse l’ultimo assorbente ed estrasse delicatamente l’ultima protesi inserita nella vagina artificiale. Sprizzavo gioia.
La sensazione di bruciore sparì subito, e ora avevo una voglia di qualcosa di nuovo….
Il dottore commentò volgarmente:
– “Bene! Un ottimo lavoro, davvero una bella fighetta! Quasi meglio delle originali”.
Me lo sarei fatto così su due piedi, anche se più vecchio e poco attraente, ne avevo di voglia….
Mi sentivo stranamente disponibile, una macchina del sesso in cerca di avventure, ma mi ricordai che avevo una promessa da mantenere.
Accidenti, non mi aspettavo che una “fighetta” artificiale avesse tanta fame… o forse era la smania di novità. Di provarla. Non volevo sprecarmi e sembrare troppo disponibile. Meglio se facevo attenzione a chi sorridevo e come, non vorrei far brutti incontri, e il solo pensiero di essere posseduta da un bruto mi eccitò!
Taxi al volo, suonai a casa di Ferruccio, e lo assalii nel divano….