Driin… la sveglia suona, è ora di alzarsi. Ancora assonnato mi tocco distrattamente il mio cazzo che duro come il marmo mi da’ il buongiorno. Non ho voglia di alzarmi e le mie carezze pian piano stanno cominciando ad eccitarmi. Senza rendermi conto un pensiero comincia ad insinuarsi nella mia mente e comincio a ricordare le mie prime masturbazioni. Non è passato tantissimo tempo, 12 anni per la precisione. Tutte le mie esperienze riaffiorano all’improvviso, cresce la voglia di rivivere tutti quei momenti di trasgressione e godimento puro… ripercorro passo a passo tutte le tappe della mia scoperta adolescenziale del mondo del sesso. Sensazioni, odori, immagini…
La prima volta sono venuto, come molti ragazzi, mentre dormivo. La mattina mi svegliai per andare a scuola come sempre e mi ritrovai quella chiazza sui pantaloni del pigiama. Come tutti i ragazzi sanno la prima volta non è proprio una vera sborrata, ma è liquido seminale più acquoso dello sperma, come quelle secrezioni che si hanno durante un rapporto prima della vera sborrata. Comunque ho nascosto velocemente i pantaloni con la macchia sotto il cuscino e sono andato a scuola. Quel pomeriggio appena mia mamma è andata a fare spesa ho lavato via la macchia a mano e asciugato i pantaloni con la stufetta elettrica del bagno. Da quel giorno per un paio di mesi ho sempre dormito con un fazzoletto di stoffa sotto il cuscino che tutte le notti attorcigliavo intorno al mio pene per paura di sporcare.
Questo episodio, avvenuto in prima media, ha segnato il raggiungimento della mia maturità sessuale un po’ come una ragazza al suo primo ciclo, ma già alle elementari avevo cominciato ad apprezzare la piacevole sensazione del cazzo che va in erezione.
La malizia aveva cominciato a farsi largo in me in quarta elementare. Provavo un infinito piacere a guardare sotto le gonne delle mie compagne, forse più per il gusto del proibito e della sfida. Un grosso grazie lo devo alle mie maestre delle elementari che credo siano state le due protagoniste delle mie prime fantasie sessuali insieme alla mia pediatra.
Con le mie due maestre delle elementari ci sono stati diversi episodi che hanno acceso in me una forte eccitazione. Vi ricordo che allora avevo le mie prime erezioni e il piacere fisico per me era quella gradevole sensazione che si s**tenava nel mio corpo quando il cazzo duro premeva contro i pantaloni o contro qualunque cosa che lo sfiorava.
Le prime volte si trattava di gesti all’apparenza innocenti che ai miei occhi non apparivano più tali.
Una volta una delle mie maestre si sistemò un collant tirando su la gonna fino a scoprire l’elastico dell’autoreggente e un pezzo di coscia, questo s**tenò in me l’immediata erezione, ma non tanto quanto quella volta che vidi una di loro che abbassava la scollatura della maglia per far vedere il reggiseno all’altra scoprendo un intera coppa. Un’altra volta in pieno estate una di loro venne a scuola con una camicetta bianca senza reggiseno e io e i miei compagni passammo tutto il giorno a tentare di guardarla nel modo giusto per vedere il seno in controluce e poter vedere anche il segno dei capezzoli. Dopo quelle tre volte diventai anch’io più intraprendente. Una volta la maestra che era dietro di me si chinò in avanti per correggere qualcosa sul mio quaderno, io alzai la testa per premerla sulle sue tettone che volevano quasi uscire dalla camicetta… fu divino. Con l’altra maestra fu ancora meglio. Ero in piedi alla cattedra mentre mi veniva corretto un compito per casa. La maestra aveva tolto una scarpa e incrociato le gambe per potersi massaggiare il piede. Quel suo piede era proprio all’altezza del mio pene, e già mi era venuto duro solo a vederlo mentre lo massaggiava. Poi smise il massaggio concentrata nella correzione del compito e io ne approfittai per avvicinarmi e appoggiare il mio cazzo sulla sua pianta del piede e fu veramente eccitante anche per la paura di essere sgridato. Avevo il cazzo duro come il marmo e mi dispiacque un sacco quando finì la correzione e tornai a posto. In un’altra occasione mi accorsi che durante l’intervallo pomeridiano in cortile la maestra si era seduta sulla gradinata d’ingresso con alcune mie compagne che attentissime pendevano dalle sue labbra. Mi accorsi subito della gonna svolazzante della maestra e mi unii al gruppetto badando di stare almeno quattro o cinque gradini sotto la maestra. Lei parlava e raccontava chissà cosa alle mie compagne e nel mentre giocherellava con il bordo della gonna. Quando fui seduto sui gradini anch’io non potei più togliere gli occhi da quella gonna. Il mio sguardo scorse lentamente dalle sue ginocchia su per l’interno coscia rosa chiaro fino a raggiungere delle mutandine di pizzo bianche talmente traforate che si vedeva benissimo tutto il pelo sotto e un paio di peletti che facevano capolino dal fianco destro. Ma l’occasione migliore fu in piscina. Mi ero attardato a chiacchierare come sempre dopo la lezione di nuoto e tutti i miei compagni erano vestiti mentre io avevo ancora l’accappatoio, rimanemmo io e la maestra. Lei mi sgridò e mi disse che se non mi muovevo veniva lei a vestirmi. A quelle parole il cazzo si drizzò subito e io imbarazzatissimo cercai di fare in fretta perché non si accorgesse del mio bozzo, ma nella fretta infilai le mutande al contrario, mi levai l’accappatoio e cercai di mettere i pantaloni il più veloce possibile. Ma quell’etichetta che sventolava dalle mie mutande al contrario non passò inosservata come speravo. Mi beccai un’altra sgridata perché non facevo attenzione a cosa facevo, si inginocchiò davanti a me, sfilo i pantaloni scoprendo il bozzo anomalo che si celava sotto e non curante sfilò pure le mutande. Io ero rosso, viola, di ogni colore si possa diventare. Nudo davanti a lei con il cazzo dritto come se fosse stato di legno. Lei rigirò le mutande e quando fece per rimettermi le mutande si accorse del perché ero rosso. Vidi il suo sguardo di stupore perché non se l’aspettava, poi mi guardo negli occhi e mi disse: “non vergognarti, sono una mamma anch’io.". È una cosa più che normale, stai diventando grande. Ci guardammo un istante che per me fu infinito, poi infilai le gambe nelle mutande e fui investito da un attimo di godimento puro. La maestra comincio a tirare su le mutande e quando fu arrivata al mio cazzo con una mano lo spostò da un lato e finì di tirare su le mutande. Fu un istante, ma quel contatto con la sua mano mi fece godere tantissimo. Quella mano calda e liscia, che non era la mia, era estasi pura.
Problemi analoghi li avevo con la mia pediatra specialmente quando mi controllava i genitali dato che ero nell’età dello sviluppo. Per fortuna lì riuscivo ad evitare l’erezione perché c’era sempre anche mia mamma. La sua presenza faceva aumentare l’imbarazzo e scendere la libido per fortuna, ma poi per tutto il giorno fantasticavo su quella mano che mi toccava sia il cazzo sia le palle.
Durante le elementari creai anche un test, non mi ricordo molto bene, ma sono sicuro che due delle domande fossero più o meno così: cosa faresti se ti trovassi in una spiaggia nudista, cosa pensi quando la tua dottoressa ti tocca il cazzo. Stupidaggini, ma per mia sfortuna quel test su un foglietto di carta finì in mano della maestra. Per fortuna non diedero molta importanza al mio foglio e la storia venne dimenticata in fretta.
… continua