……… Hei PUTTANELLA – Era il messaggio whatsApp che mi arrivò quel pomeriggio. Era della mia adorata PADRONA.
Un brivido mi attraversò il corpo, dovetti sedermi prima di continuare a leggere sapevo che sarebbero stati degli ordini perentori che avrei dovuto seguire con molta attenzione, da come era iniziato il messaggio lasciava intuire che quella sera sarebbe arrivata con molta carica da sfogare e io che sono a sua disposizione sarei stato la sua valvola di sfogo come tutte le volte che ne aveva voglia. Un po’ con preoccupazione mi sedetti feci un respiro profondo e iniziai a leggere il messaggio – Hei PUTTANELLA stasera voglio scivolare dentro di te senza intoppi quindi preparati bene perché non voglio sentirti miagolare per il male e soprattutto non ho voglia di perdere tempo a fare piano fatti trovare bella larga e lubrificata se non vuoi piangere e guaire come una cagna quale sei.- Sapevo che se arrivava a casa e non mi trovava pronto sarebbero stati guai seri per me, quando per qualche motivo non riesco a soddisfare i suoi ordini diventa crudele all’inverosimile tanto che dopo la punizione che mi infligge per non essere stato sufficientemente ubbidiente rimango per molti giorni dolorante e anche in difficoltà a svolgere le normali faccende.
Dopo alcuni minuti sentii nuovamente il telefono, un altro messaggio da parte sua, presi il telefono e lessi anche il secondo messaggio – Stasera preparati bene perchè ti ispeziono e se trovo qualcosa che non mi piace prima di sfondarti ti scortico le chiappe a forza di frustate…… e forse lo faccio lo stesso. TROIA!!!!
Rimasi un attimo frastornato intuivo che quella sera sarebbe stata per me molto dura ma la mia PADRONA mi ha in pugno non posso ribellarmi sono completamente sottomesso e devoto a lei è l’unica cosa che da un senso alla mia vita e quindi ogni sua attenzione nei miei confronti è una BENEDIZIONE.
Andai nella sala delle punizioni e aprii il cassetto dove sono riposti i dildo ne presi uno grosso per essere sicuro di non dispiacerle, lo lubrificai bene poi mi lubrificai a fondo il culo e cominciai a infilarmelo mi sentivo aprire completamente lo sfintere, lasciai un attimo che il mio buco si allargasse poi spinsi il cazzo fino in fondo e rimasi ad aspettare che si allargasse bene.
Quel pomeriggio dovevo svolgere una commissione e non avrei potuto prepararmi per LEI dopo quindi mi feci coraggio mi vestii e uscii con il culo aperto da quel grosso cazzo. La sensazione di disagio in mezzo alla gente era devastante mi sforzavo affinchè nessuno potesse accorgersi del mio senso di imbarazzo. Entrai in un ufficio dove avevo appuntamento con una persona per un affare che dovevo sbrigare per conto della mia PADRONA, mi si presentò una donna sulla quarantina molto attraente e sexy con una gonna stretta e una camicia bianca molto aderente e su due tacchi altissimi.
Ci presentammo e iniziai a esporre il mio problema, mi interruppe dicendomi che era a conoscenza di tutto. Mi fece sedere su una sedia con un sedile molto rigido e scomodo e con il dildo enorme che mi devastava il buco cominciavo a non riuscire più a res****re, al che lei vedendomi in difficoltà mi chiese che cosa avessi, io con finta calma dissi che non c’era niente che non andasse ma non mi lasciò finire e mi disse con tono deciso – IO SO TUTTO E ISABELLA MI HA INCARICATO DI CONTROLLARE SE TU SEI VERAMENTE UNA SCHIAVA DEVOTA COME LEI SOSTIENE-
Quelle parole mi fecero sobbalzare sulla sedia, non aveva mai coinvolto altre persone, ma il fatto che la sua amica sapesse quel nome mi fece capire che ero stato ceduto e dovevo ubbidire alla mia nuova padrona in tutto. Iasabella è il nome che usa la mia PADRONA per mandarmi un messaggio preciso “SEI DI MIA PROPRIETA’ E TUTTO CIO’ CHE TI FACCIO NON TI RIGUARDA.” Se non avessi ubbidito o non fosse stata abbastanza soddisfatta di me avrei passato guai seri. Disse con decisione – alzati e calati i pantaloni voglio controllare se ti stai preparando bene per dopo.- non potevo fare altro che ubbidire, il terrore che qualcuno passando di li potesse vedermi mi fece indugiare, accortasi di questo la donna mi disse in modo imperativo – QUESTO NON MI PIACE DEVI UBBIDIRMI SENZA INDUGI LO RIFERIRO’ E PENSEREMO COSA FARE DI TE.- mi calai immediatamente i pantaloni e le mutande e rimasi in piedi in mezzo all’ ufficio con il cazzo fuori e il dildo che usciva leggermente dall’ ano, mi fece alzare la camicia in modo che il bacino fosse ben visibile prese la stecca che teneva sulla scrivania mi fece allargare le gambe e incrociare le mani dietro alla nuca e mi esaminò il pene e le palle spostando le parti con la stecca, poi passò dietro e volle vedere se il mi ero allargato bene prese il dildo e lo estrasse quasi completamente poi con un movimento violento lo spinse dentro fino in fondo, quell’azione mi procurò un dolore lancinante e feci un leggero s**tto, a lei non piacque o forse si fatto sta che mi sferzò un colpo sulle natiche lasciando un segno rosso che accarezzò con l’indice per sentire il leggero gonfiore che si era formato. Rimasi in quella posizione altri quarantacinque interminabili minuti lo so perché davanti a me c’era un grosso orologio probabilmente mi aveva fatto mettere in quel posto per farmi soffrire ancora di più l’umiliazione guardando il tempo che scorreva molto lento. Sentivo le voci e i passi delle persone che transitavano nel corridoio adiacente all’ufficio e guardavo con terrore la porta a vetro satinato che lasciava intravvedere le sagome fuori mi sembrava per ogni sagoma che passava di vedere la porta aprirsi e il mio respiro bloccarsi, la situazione si era fatta insopportabile e cominciava a mancarmi l’aria. Mi resi conto che la mia nuova padrona era molto sadica e crudele di nascosto la vedevo mentre svolgeva le sue faccende, telefonate, controllo delle mail, lettura di alcune carte che non mi toglieva mai gli occhi di dosso sogghignava e rideva si nutriva della mia umiliazione e del mio disagio che non riuscivo a nascondere arrossendo e ansimando. Ogni tanto per rincarare la dose mi chiedeva se fossi comodo o se volessi che mi facesse prendere altre posizioni, sicuramente più umilianti, ridendo della mia condizione di impotenza per ribadire se mai ce ne fosse stato il bisogno che io ero solo un oggetto nelle sue mani. Per finire il trattamento volle sentire ancora lo schiocco che faceva la stecca sul mio sedere piazzandomi quindici colpi molto forti che io dovevo contare ad alta voce ringraziandola.
Venne a sedersi sulla poltrona che era di fronte a me e mi guardò con aria da superiore mi sentii ancora più a disagio e arrossi ulteriormente per la vergogna mi rise in faccia in segno di scherno. Mi fece inginocchiare e mi ordinò di baciarle i piedi, indossava un paio di scarpe con tacco quindici di vernice nera segno indistinto di una donna dominante, eseguii l’ordine con molta attenzione e dedizione quei tacchi mi facevano rabbrividire, disse – MI PIACE SEI PROPRIO LA CAGNA CHE CERCAVO – prese il telefono e senza farmi muovere da li chiamò ISABELLA. – ciao ISABELLA sono Laura ho qui davanti la cagna…. Si ho controllato ho qualche lamentela ma ne parleremo dopo ……..si si mi puo andare bene ci vediamo ciao. Mi fece rivestire e mi mandò via senza degnarmi di uno sguardo con un secco cenno della mano come si fa quando ci si vuol liberare di un seccatore, buttandomi letteralmente fuori dal suo ufficio.
Rientrai a casa e mi sedetti per riprendermi da quell’incontro mentre ero li mi squillò il telefono risposi era la mia LEI mi disse che quando sarebbe rientrata mi avrebbe punito come non mai perché le avevo fatto fare brutta figura con la sua amica e lei non lo poteva tollerare e riattacco. Ero molto preoccupato sta volta l’avevo combinata grossa e mi sarei dovuto sorbire tutta la sua ira.
LA SOTTOMISSIONE
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