Anche se Luisa era diventata da poco maggiorenne, ed era curiosa verso l’altro sesso, sapevo che ci teneva a mantenere la sua verginità ancora per un pò. Una volta l’avevo sentita parlare con una sua amica proprio del suo "blocco sessuale", raccontava che se da un lato gli piaceva attirare i ragazzi provocandoli con il suo fisico da cheerleader, dall’altro non riusciva ad andare oltre un bacio o ad una toccatina delle parti intime di un ragazzo. Forse per quel motivo scelse me come sua "primo ragazzo", ero molto più piccolo di lei e non era soggetta a quella che oggi chiamerei "ansia da prestazione". Anche se un po’ imbarazzata lo era comunque quel giorno e credo che vedermi completamente nudo davanti a lei, dentro di sè era comunque a disagio. Me ne accorsi quando in bagno mi spogliai togliendomi prima la maglietta e poi i boxer, restando solo con il mio pisello di fronte a Luisa che diventò rossa! Ad oggi posso dire che a quei tempi, per la mia giovanissima età, avevo comunque un bell’arnese che meritava di essere osservato prima ancora che spremuto. Ricordo come se fosse ieri, che Luisa per un bel po’ non smise di osservarlo, diventando a tratti anche violacea in viso mentre guardava il mio giovane cazzo.
Tutto è iniziato quell’Agosto di parecchi anni fa, una delle estati più afose e calde che mi ricordi. I miei decisero di ospitare a casa nostra la figlia di un nostro cugino acquisito, Luisa appunto. Si era da poco diplomata e dovendo continuare gli studi, si era momentaneamente stabilita da noi in attesa di trovare un appartamento con altre studentesse. Sfortunatamente per lei la nostra casa era grande, ma non abbastanza per sei persone. Così per quella breve permanenza ci organizzammo alla meglio, io cedetti la mia stanza a lei e la notte dormivo alternandomi nelle camere dei miei due fratelli. La convivenza tutto sommato fu tranquilla, se non fosse che Luisa avesse la pessima abitudine di girare in casa mezza nuda. Ovviamente lo faceva con malizia, perchè il suo vagare svestita, si manifestava sempre quando i miei genitori non erano in casa. Passava ore in bagno e nonostante ne avessimo due, il suo potere era di occuparlo quando tutta la famiglia ne aveva necessità. E guarda il caso, quando i miei erano a lavoro, vagava per casa con dei pantaloncini microscopici (quando andava bene) e canottiere leggere che lasciavano intravedere il suo fisico. Ma torniamo a quella mattina di Agosto.
Quel giorno mi sono svegliato come sempre presto, non sono mai stato un dormiglione, saranno state più o meno le sei ed anche Luisa era già sveglia, mentre il resto della famiglia dormiva. Vado in bagno a lavarmi i denti ed a sciacquarmi il viso, nonostante il sole non fosse ancora sorto, il caldo era già soffocante. Indosso solo una magliettina di cotone leggero ed i boxer mentre vado in cucina per bere un po’ di the freddo e trovo lei che si prepara il caffè con indosso delle mutandine bianche semitrasparenti ed una magliettina a maniche corte che lasciava scoperto il suo addome piatto. La colazione fu veloce e quasi silenziosa, così decisi di buttare lì una domanda di cui conoscevo giá la risposta, ma la curiosità di vedere un corpo femminile senza veli dal vivo, mi suggeriva "che tentar non nuoce":
«Sono appena le sei è già fa un caldo bestiale, perchè non ci spogliamo Luisa?»
«Ma sei scemo Chase? I tuoi fratelli sono di là, da un momento all’altro potrebbero svegliarsi… per non parlare dei tuoi genitori» rispose lei.
«Non dirmi che ti vergogni?» cercai di provocarla.
«Vergognarmi io? Ragazzino… io sono rispettosa verso chi mi offre un tetto, se non fossi ospite starei nuda tutto il giorno in casa» rispose Luisa stando sulla difensiva.
Ero piccolo a quel tempo, molto piccolo, ma non stupido. Forse un po’ ingenuo, ogni tanto avevo dato qualche bacio a diverse ragazzine e la voglia di esplorare la loro intimità era tanta, ma non ero mai andato a fondo con l’altra metà del cielo, così cercavo ogni pretesto per avvicinarmi a quell’universo.
«Ma io intendevo di spogliarci per andare insieme a farci la doccia, così impieghiamo meno tempo e non sprechiamo tutta l’acqua calda del boiler» gli dissi.
«OK, ho capito… allora vai tu per primo… io la faccio dopo di te» rispose lei.
«Sei sicura Luisa? Guarda che poi lo scaldabagno ci mette un pò a ricaricarsi… e quando si sveglieranno gli altri, ti laverai a mezzogiorno» continuai io afferrandogli un braccio.
«E và bene ragazzino…» annuì lei sorridendo e lasciandosi trascinare da me.
Così finalmente siamo in bagno, scegliamo quello al piano terra, più tranquillo e più grande soprattutto. Una volta dentro inizio a spogliarmi, o meglio, a togliermi quei due stracci che avevo: i boxer ed una magliettina bianca. Quindi rimango nudo con il mio pisello ciondolante davanti a lei. Come vi ho detto ero piccolo ma non stupido e noto che lei diventa rosso fuoco in volto alla vista del mio giovane cazzo.
«Che hai Luisa? Sei viola in viso… non dirmi che ti vergogni davvero allora? Dai… spogliati» gli chiedo euforico mentre entro nella vasca. Sento il suo sguardo sul mio pisello che sventola e ciondola davanti ai suoi occhi, ed è in quel momento che mi sento io un po’ in imbarazzo anche io. Penso che lei appena diciottenne forse di piselli ne ha già visti, magari più maturi, con più peli e palle più grosse. Così cerco quasi di giustificarmi per il mio uccello acerbo.
«Purtroppo non ho ancora i peli Luisa, non mi sono ancora usciti».
«Non preoccuparti… arriveranno presto, ma saranno solo una gran rottura Chase… così pulito stai meglio» mi risponde mentre con una mano mi tocca le palle «vuoi aiutarmi a toglierle?» continua poi indicando i suoi slip trasparenti in segno di pace.
La ringrazio per avermi messo a mio agio con la storia dei peli ed euforico accetto immediatamente la sua offerta di spogliarla. Così anche se con un po’ di paura mista a goffagine, avvicino le mie mani ai suoi fianchi e tiro giù i suoi slip, il cuore mi batte a mille mentre osservo il suo boschetto venire fuori tra le gambe. Poi lei mi aiuta a sfilarsele definitivamente facendo un passo indietro e lanciandole via con un calcio. Infine da sola si toglie anche la magliettina. La osservo, è bellissima, ha le tette piccoline (ripensandoci non avrà avuto più di una seconda) e dei capezzoli rotondi chiari. La sua fica è pelosissima a differenza del mio uccello. Gli dico che è molto bella e questa volta è lei che ringrazia me.
Ora siamo entrambi nella vasca, completamente nudi e seduti sotto l’acqua dentro la vasca. Giochiamo l’uno con i piedi dell’altra, poi ci tiriamo gli schizzi d’acqua, le spugne inzuppate e quant’altro ci passasse tra le mani. Poi improvvisamemte Luisa si fà seria e mi chiede se avevo mai giocato con il mio pisello. Onestamente non sapevo neanche cosa intendeva dire, così gli chiedo cosa potrei fare con il mio "giocattolo". Lei sembrava non aspettare altro e mi lancia un dolce sorrisino e mi risponde che presto avrei capito il senso della sua domanda. Quindi torniamo a giocare tra noi, ed un po’ per caso, ed un po’ per la solita curiosità da adolescenti, struscio un piede sulla sua fica pelosa. Lei improvvisamemte fà un salto tornando in piedi sulla vasca e mentre vedo l’acqua sgocciolare dalla sua fica, gli chiedo scusa.
«No… scusami tu Chase, deve essere il sapone… inizia a bruciarmi proprio qui…» mi risponde lei indicandomi dall’alto la sua fica mentre si risiede nella vasca. Poi riprende ad insaponarsi tutta per bene, prima il collo, poi le braccia ed infine sulle sue piccole tette che intanto mi sembravano essere diventate più grandi e turgide. Allora gli chiedo cosa le stesse succendo.
«L’acqua è poco calda Luisa? Hai i brividi e ti sei irrigidita qui…» gli domando sfiorando con un dito i suoi capezzoli. Lei non risponde. Quindi si rialza nuovamente per lavarsi le gambe ed i piedi, per poi risalire fino ad insaponarsi la fica su cui si sofferma un po’ di più. La vedo passarsi avanti ed indietro la mano in mezzo alle gambe, poi ogni tanto la osservo mentre con una mano si allarga lo spacco e si insapona l’interno della sua fica rosa scuro. Si sofferma parecchio da quelle parti, così la mia domanda viene spontanea.
«Guarda che se continui così, la consumi»
«Che cosa?» mi domanda lei.
«Quella» risposi sorridendo indicando la sua fica.
«Questa dici? Sai come si chiama?» continua lei questa volta puntando il soffione della doccia tra le gambe per sciacquarsi.
«Passerina» rispondo io.
«Si anche… ma tu che fai? Non ti lavi?» domanda poi Luisa.
«Si, certo… aspettavo che finissi con il soffione della doccia» gli rispondo «mi insaponeresti le spalle?» aggiungo poi alzandomi anche io.
Luisa inizia a passarmi il bagno schiuma ovunque, parte dalle spalle, passando per il mio sedere e finendo quindi sulle gambe. Poi risale verso il sedere, me lo passa in mezzo allo spacco e da dietro mi lava anche le palle. Per un secondo sento un brivido attraversarmi la schiena e vedo che il mio pisello cresce di dimensioni.
«Girati Chase… ho fatto trenta, faccjamo trentuno… ti insapono anche davanti» mi chiede tra il serio e lo scherzo. Così mi volto verso di lei che dolcemente mi insapona il pisello per poi passare al petto. Mi piace come mi tocca ed anche al mio uccello inizia a prendere il volo diventando sempre più gonfio, poi duro ed infine assume un’erezione totale.
«Hey… ma che succede?» chiede lei.
«Non preoccuparti Luisa, ogni tanto mi succede… poi dopo un po’ torna normale» gli rispondo sedendomi nuovamente nella vasca con il cazzo alla massima erezione.
«Vuoi toccarla?» mi chiede facendo un passo verso di me e posizionando la sua fica davanti al mio viso.
Non serve che gli risponda, avvicino le mie mani al suo bosco ed inizio ad esplorarlo. Mi sembra di accarezzare un peluche, solo che questo peluche mi provoca un brivido, un sobbalzo e subito dopo uno spasmo che lascia uscire dal mio pisello un fiotto di qualcosa simile ad una pisciata. Solo che questo liquido è più denso, più cremoso e… mi piace!
«Adesso hai capito cosa intendevo quando dicevo se avessi mai "giocato" con il tuo coso Chase?» mi domanda allontanandosi da me e sedendosi di nuovo nella vasca.
Per qualche secondo Luisa non fà nulla, poi con la fica immersa nell’acqua e le gambe distese, inizia a tormentare le mie palle con il suo piede. Le colpisce più volte, le fa "rimbalzare" provoncadomi un lieve dolore ma piacevole, poi inizia a stuzzicare il mio pisello "schiaffeggiandolo" a destra e sinistra con il piede. Lo sbatte a destra e sinistra lasciandolo oscillare. Poi con vigore lo spinge sul mio addome ed inizia stuzzicare la mia cappella con il "pollicione".
«É la prima volta che fai questo gioco Chase? Il tuo bel pisello non si è ancora scappellato… profumi di vergine, lo sai?» mi dice allontanando la gamba ed avvicinandosi poi a carponi verso di me «sei così giovane che non sai ancora come masturbarti, come sfogare questo tuo bel pisello, non é vero?» concluse poi avvicinando la sua bocca al mio cazzo sull’orlo di esplodere. Nonostante la mia forte erezione e le gocce di quel liquido cremoso che uscivano senza stimolazione, la mia cappella non voleva saperne di scoprirsi, così Luisa usò le sue mani per tirare la pelle indietro e scappellarlo. Metto le braccia sui bordi della vasca per trattenere tutti gli spasmi che attraversavano il mio corpo, ma non riesco comunque a non ansimare.
«aaah… Luisa…» urlo alzando la testa al soffitto.
«ssssh Chase… tra poco è finita» mi dice ingoiando la mia cappella «mmmmm… si, la tua cappella profuma di verginità» aggiunge poi succhiandola. La leccava in tutte le direzioni, ogni tanto alzava la testa per prendere fiato e guardarmi in viso. Stavo impazzendo, osservo il mio cazzo dritto come non lo avevo mai visto, noto le vene intorno all’asta gonfie e la cappella viola.
«Ti piace ragazzino?» mi dice toccando le mie palle lisce «le sento belle gonfie, qui dentro c’è qualcosa… sei pronto?» conclude mettendo i miei gioielli in bocca mordicchiandoli.
Inizio ad agitarmi tutto, mi tremano le gambe, sento qualcosa scorrere lungo l’asta, Luisa sputa le mie palle sentendo che stavo per venire ed afferra il mio pisello con la mano destra. Non appena lo stringe, un fiotto di sperma esce violentemente fuori dal buco della mia cappella bagnando il suo viso. Una seconda schizzata, seguita poi da un’altra fuori controllo, escono dal perimetro della vasca sporcando le sue mutandine a terra.
«cazzo Chase…» grida Luisa afferrando la mia asta e dirigendola verso le piastrelle sul bordo vasca «avanti ragazzino… svuotati qui» continua lei mentre la sua mano fa su e giù lungo il mio cazzo. Nel silenzio del bagno si sentiva solo il mio mugolio. Stavo sborrando alla grande e Luisa diregeva ogni spruzzata verso le piastrelle… tre, quattro, cinque, sei… sette fiotti di sborra sparati contro le mattonelle! Una crema bianca… spessa e copiosa che colava lungo le stesse. Poi gli spasmi vanno a vuoto, il mio pisello si agita, ma intorno alla mia cappella escono solo piccoli residui di sperma che colano lungo l’asta. Luisa molla quindi la presa e si sciaqua nella vasca le sue mani unte mentre osserva quasi soddisfatta la sborra che ancora scorre sulle piastrelle. Poi si alza e mi chiede di fare altrettanto mentre il mio pisello lentamente si rimpicciolisce.
«É stata forse la tua prima eiaculazione per mano di una donna Chase» mi dice mentre mi sciacqua il pisello «se vuoi la prossima volta li facciamo "giocare" insieme» aggiunge avvicinando la punta del mio pisello ormai flaccido alla sua fica prima di uscire dalla vasca.
La osservo nuda mentre si lava via lo sperma da viso e si sciacqua le mani nel lavandino. Poi indossa la maglietta bianca e si mette intorno alla vita un asciugamano. Infine raccoglie a terra le sue muntandine zuppe della mia sborra e me le lancia contro.
«Queste te le regalo, conservale con cura» concluse uscendo dal bagno lasciandomi con il pisello moscio e rosso.
Da qualche parte devo ancora avere le sue mutandine, negli anni mi ci sono masturbato molte volte pensando a Luisa, i sui slip erano diventati ormai un raccoglitore di sborra nelle sere solitarie!
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