L’avevo conosciuta su Internet. Ci conoscemmo poiché avevamo entrambe la stessa passione: fare uscire la donna che era dentro di noi indossando abiti e intimo femminile.
Iniziammo con le mail, poi con le telefonate, poi la voglia di vederci aumentava. Eravamo entrambe eccitate dalle stesse immagini: vedere un sesso maschile dentro ad un perizoma di pizzo o di raso era molto intrigante. Dopo esserci scambiate delle foto decidemmo di vederci. Le prime volte solo per un caffè, poi la voglia di passare ad altro cresceva sempre di più.
Lei era incuriosita ma allo stesso istante anche spaventata. Aveva paura di mettere in pratica questo lato della sua sessualità. Non sapeva come avrebbe reagito nel momento in cui si fosse trovata davanti a quello che desiderava.
Allora pensai ad una situazione speciale per affrontare questa sua paura…
Ci vedemmo in un motel, un posto neutrale. Le chiesi di indossare quello che avrei indossato io: una sottoveste di raso, calze autoreggenti e un perizoma in raso e pizzo. Lei si cambiò in bagno, e quando uscì avevo abbassato le luci.
La sottoveste le disegnava il corpo, la accarezzai sulla schiena e sulla pancia… le mani scivolavano sul raso. Sentivo quanto fosse tesa, e allora le chiesi di girarsi, e le bendai gli occhi. La accompagnai sul letto, lei si sdraiò e come avevamo concordato, si fece legare le mani al letto, sopra la testa
Tempo prima avevo scoperto che il bondage "soft" è un gioco intrigante e molto piacevole. Premettendo sempre l’utilizzo di una "safe word", una parola di sicurezza che serve ad interrompere il gioco quando smette di essere piacevole, ho scoperto che legare o essere legati può creare sensazioni molto forti.
Nel momento in cui si è legati ci si sente "costretti" a subire quello che l’altro ci sta facendo. Magari sono cose che si fanno abitualmente, per le quali non si ha nessun problema a farle, però essere legati toglie ogni forma di condizionamento educativo, quelli che dentro di noi ci dicono "queste cose però non le dovrei fare…".
Questo perché ci hanno insegnato che certe cose sono "brutte" o "sbagliate". Però se siamo legati abbiamo la scusa che siamo "costretti" a farle, e questi condizionamenti culturali svaniscono.
Ora eravamo sdraiate, una di fianco all’altra, mi avvicinai e cominciai ad accarezzarle il corpo. Tutto il corpo, con delicatezza, con dolcezza. Sentire la mano che scivola sul tessuto, dal collo a scendere… sul petto… sulla pancia… poi passare su una gamba, sentire sotto le dita la sensazione del cambio di tessuto: le calze sono più ruvide della sottoveste…
Poi di nuovo sulla pancia, e sull’altra gamba… sfiorando solo di passaggio il basso ventre.
Carezza dopo carezza lei si rilassava, e si eccitava: vedevo la sua eccitazione crescere sotto l’ombelico… e a questo punto l’attenzione si sposta proprio li…
Prima accarezzai da sopra la sottoveste, sentendone il profilo attraverso il tessuto leggero. Con carezze da una parte all’altra del bacino, la mano che scivola tra le cosce, che stringe con dolcezza il sesso attraverso il tessuto, e poi si sposta sull’altro lato del bacino.
Poi, carezza dopo carezza, sentirlo diventare sempre più duro… sentendo diventare bagnato il tessuto della sottoveste.
Allora le carezze passano alle cosce, per poi scivolare sotto il bordo della sottoveste, per arrivare a sentire prima il raso che le copriva le palle, e poi il suo sesso sotto il bordo di pizzo del perizoma. Senza farlo uscire dal perizoma, lo strinsi e lo accarezzai con più decisione, ascoltando i suoi sospiri, cercando di capire quale movimento desse più piacere.
Il piacere fa salire l’eccitazione, e sotto le mutandinde diventava sempre più bagnata. Infilo le dita sotto il pizzo, e sento che scivolano sulla sua pelle: il fluido della sua eccitazione l’aveva completamente bagnata.
Allora abbasso un poco il bordo del perizoma, ed ecco che esce il suo sesso, quasi di s**tto.
Duro, lucido, vedo una goccia trasparente che esce dalla punta, scendendo tulla cappella. La fermo con le dita, la spalmo sulla cappella, che diventa bagnata e lucida. Stringo piano il suo uccello, e vedo un tuo brivido. E’ legata e non può ribellarti… può solo subire le mie attenzioni.
Le carezze continuano, piano, su e giù… diventa sempre più bagnata, la mano scivola su tutta la lunghezza, il fluido da un effetto di lubrificazione incredibile… ne gocciola anche sulla sottoveste, che è solo un poco alzata per fare spuntare fuori il suo sesso.
Appena sento che il piacere sale, faccio scivolare la mano tra le gambe, accarezzandola sia sopra che sotto il perizoma. Una tortura che fa salire l’eccitazione, ogni volta che lo riprendo in mano è più bagnato di prima.
Ogni volta che sposto la mano sulle sue palle, mi dice "non fermarti ora… dai… ancora…". Vorrebbe che io continuassi a masturbarla, la voglia di sentire esplodere il suo piacere è sempre più forte, ma io non l’accontento… non ora…
Oramai è così bagnata che faccio fatica a tenertelo in mano… mi scivola dalla mano. Allora te lo strofino sulla pancia, per asciugarlo un poco, e poi lo stringo… accelerando il ritmo… e di nuovo si bagna diventando scivoloso…
Ci vuole poco, e mi accorgo del suo primo spasmo dei muscoli dell’addome. Un altro spasmo e sento qualcosa che fluisce nel tuo sesso… lo sento bene, è stretto con dolce fermezza nella mia mano… e subito dopo uno schizzo bianco, che arriva fin quasi al suo petto. La sottoveste nera si copre di schizzi bianchi, il suo orgasmo esplode senza controllo.
Io ero vicina a lei, e gli schizzi finiscono vicino al mio viso. Nell’aria si sente il caldo profumo del suo sperma, che mi avvolge e mi invita… fino a non res****re, ripulendo con la lingua il suo petto, per poi metterle la mia lingua in bocca, e condivere il suo succo.
Capii che le piacque. Appena lei sentì la mia lingua nella sua bocca, un brivido la scosse. Sentii uscire ancora dello sperma caldo sulla mia mano, sembrava non avere fine, mentre lei mi succhiava la lingua.
Dopo qualche secondo interminabile, le mie carezze rallentano, anche i suoi spasmi si diradano. La mia mano gocciola del suo sperma… caldo… intenso… finisce sotto le mie dita accarezzano la pelle del suo uccello, che comincia a rilassarsi.
Torno ad accarezzarti la pancia… sul raso le dita scivolavano già prima, ma ora scivolano ancora di più… e solo ora ti libero le mani…
Tanto quello che volevo farti, oramai te l’ho fatto… e dentro di te pensi "si… ma mi ha costretto… quindi io non ho fatto nulla…".
Ma ora sento la tua mano che scivola tra le mie cosce, e appena mi tocca mi accorgo che anche io sono bagnatissima.
Le sue carezze sono delicate e precise, e mentre mi rilasso e mi sdraio sul letto la lascio fare, curiosa di scoprire cosa lei vorrà fare, ma capisco già che sarà molto piacevole…