-Ottava parte-
Usciti dalla doccia ci asciugammo per bene con due morbidi accappatoi e tornammo a letto, era sorridente e visibilmente soddisfatta, parlammo a lungo e mi raccontò qualcosa di più su di loro:
– “Ho conosciuto P. ad una mostra d’arte moderna, a quei tempi facevo la cameriera a tempo perso, il mio sogno era aprirmi un negozio di abbigliamento, lavoravo come commessa durante il giorno in un famoso atelier di moda della città in cui abitavamo, lui mi notò subito e prima della fine della serata mi chiese se volevo uscire con lui. All’iniziò accettai solo per educazione, non era il mio tipo, poi ha quasi dieci anni più di me e l’uomo maturo a me non è mai piaciuto. Mi conquistò il suo modo di fare, devo ammettere che il fatto che era molto benestante all’inizio mi spinse ad assecondarlo, inoltre non ebbe mai fretta di venire a letto con me, mi riempiva di attenzioni e di regali costosi. Ero in affitto dividendo le spese con una coinquilina ed i suoi regali mi facevano molto comodo, sai com’è…” – mentre parlava faceva sempre molto attenzione a non rivelare luoghi precisi e fare riferimenti troppo espliciti sulla loro vita – “Una sera finimmo a letto a casa sua, un enorme villa appena fuori città, la vista di tutto quello che possedeva mi fece perdere la testa, gli feci un servizietto dei miei e lui si innamorò all’istante.”;
– “Non faccio a crederlo, convertiresti un omosessuale tu a letto.”;
– “Stupido!!! Comunque dopo qualche giorno si presentò a casa mia con le chiavi di un appartamento tutto per me, all’inizio ebbi dei dubbi ma la mia coinquilina mi disse che se non accettavo ero scema, alla fine accettai e due anni dopo lo sposai.”;
– “E quando cominciaste il vostro gioco?”;
– “Cominciò ancora prima di sposarci. Io sono sempre stata esibizionista, so di essere una bella donna e farmi ammirare è sempre stato piacevole per me, poi adoro il sesso e cambiavo spesso partner, avevo avuto molte avventure di una notte prima di conoscerlo.”;
– “E come ebbe il coraggio di chiedertelo, mi sembra un tipo così timido e taciturno.”;
– “Infatti è così, solo sul lavoro si trasforma in uno squalo, lo vedessi in ufficio non lo riconosceresti. Comunque una sera eravamo in un locale ed un ragazzo mi girava attorno come un ape sul miele, io lo respinsi ma mi piaceva molto, lui mi bisbigliò all’orecchio che se volevo potevo tradirlo, però lui voleva ass****re. Sul subito restai a bocca aperta e non accettai, la sera stessa a letto mi confidò che gli piaceva vedere la sua donna con un altro uomo, pensai che era un porco ma alla fine decisi di assecondarlo. Un cliente del negozio dove lavoravo mi faceva una corte spietata, glielo raccontai e lui mi convinse ad uscire con lui, feci sesso con quel ragazzo nel mio appartamento e lui ci spiò tutto il tempo dal terrazzino, quando mi congedai da lui P. mi scopò come non aveva mai fatto, tutto cominciò così ed alla fine è diventato il nostro modo di vivere abituale, l’unica cosa è che puntiamo su partner stabili, anche per tutte le malattie che ci sono in giro.”;
– “Capito, mi incuriosiva sapere come avevate iniziato, posso capire te perché ti scegli il ragazzo e te lo porti a letto ma non capisco cosa ci prova lui, te l’ho già detto come la penso io, la mia donna deve essere solo mia secondo i mei gusti, non la dividerei mai con un altro, poi tu sei troppo bella, sarei gelosissimo di te.”;
– “Ti ringrazio, però io sono del parere che la gelosia sia sintomo di insicurezza, io personalmente non lo sono mai stata, il sesso per me è assolutamente indispensabile, nella mia vita non ho mai trovato un uomo che mi bastasse a soddisfare la mia fame, ho sempre tradito solo per soddisfarla, pur continuando ad amare solo un uomo per volta, credo di essere malata di sesso ma non sono alla ricerca di una cura, lui non è mai stato un grandissimo amatore, io ho le mie esigenze, diciamo che ci siamo trovati e le nostre reciproche necessità si completano a vicenda. In realtà io non mi sento di aver mai tradito P. e questa consapevolezza ha cementato il nostro rapporto, io lo amo davvero e profondamente, quello che tu chiami gioco è per noi ragione di vita, per quello che riguarda il tuo ruolo mi sembra ti cominci a trovare a tuo agio o sbaglio?;
– “Insomma, la presenza di P. non è facile da accettare, diciamo che la tua bellezza mi stimola a provare ad ignorarlo, se non fossi così non so se ce l’avrei fatta stasera.”;
– “Siamo solo all’inizio, figurati che il ragazzo prima di te ci ha messo dei mesi ad arrivare dove solo fin dove sei arrivato te stasera, te la sei cavata alla grande G., davvero grazie. Hai visto P. com’era felice?”;
– “Si ho visto, e mi è dispiaciuto averlo trattato in quel modo, domani mi scuserò con lui.”;
– “Non è necessario, anzi ti posso confidare che lui adora sentirsi parlare così, lo eccita essere sottomesso, sia da me che da chi viene a letto con me, non lo hai offeso, anzi conoscendolo stasera sarà una bestia a letto, anch’io adoro essere sottomessa, solo da te però.”;
– “Come stasera? Non hai detto che avremmo dormito insieme?”;
– “Certo che dormiremo insieme, solo che adesso io andrò in camera sua e faremo sesso, sarai mica geloso? Poi tornerò da te e dormiremo abbracciati tutta la notte ok?”- prese la faccia tra le sue mani e mi baciò dolcemente;
– “Figurati, ci mancherebbe altro.” – sinceramente non avevo motivo di essere geloso, però sapere che avrebbe fatto sesso con P. e poi sarebbe tornata a letto con me mi sembrava davvero troppo strano, speravo che si lavasse dopo perché altrimenti glielo avrei chiesto io.
Indossò una lunga vestaglia restando completamente nuda sotto, mi salutò con un bacio ed uscì dalla camera. Restai nel letto in silenzio per capire cosa succedeva, pochi minuti dopo sentii dalla camera accanto S. che incitava suo marito:
– “Oh si così così, non ti fermare” – si era riservato la camera a fianco il cornuto e la stava scopando alla grande pure.
La sensazione era strana da descrivere, quella donna che aveva fatto sesso così intensamente poco tempo prima con me, adesso stava allegramente scopando con un altro, non credo fosse gelosia ma fastidio si, poi ripensai bene al fatto che fosse normale che marito e moglie scopassero, il terzo incomodo al massimo ero io. Certo che quella donna era una ninfomane, non le bastava mai il cazzo!!! Poco dopo sentii la doccia aprirsi, avevano finito e lei si stava lavando, pochi minuti dopo la porta si aprì, feci finta di dormire, la sentii andare in bagno e lavarsi i denti, era rispettosa del fatto che avrei potuto avere schifo, poi si infilò nel letto molto silenziosamente. Faceva caldo, io indossavo solamente una canotta e gli slip, restò immobile ed in silenzio per qualche minuto, ero coricato sul fianco destro ed aspettavo una sua mossa, ad un certo punto mi abbracciò da dietro la schiena appoggiando la testa sulla spalla, mi baciò teneramente il collo, io continuai a restare immobile, sentivo i suoi seni nudi sulla mia schiena, feci finta di svegliarmi, mi girai e le dissi:
– “Hey sei tornata? Mi sa che mi sono addormentato” – era completamente nuda e mi guardava con un viso molto dolce;
– “Scusa non pensavo dormissi, sono stata via un’oretta, eri proprio stanco.”;
– “Insomma, diciamo che è stata una giornata intensa…”;
– “Anche per me lo è stata, volevo solo darti il bacio della buonanotte e ringraziarti ancora per tutto.” – si avvicinò e mi sussurrò – “Non ti preoccupare mi sono fatta la doccia e mi sono lavata i denti, sono pulita e profumata come una rosa. Ho fatto l’amore con P. ed è stato bellissimo, ci tenevo a dirti che siamo entrambi felici di aver fatto la tua conoscenza ed io personalmente sono stata benissimo stasera, spero che sia stato così anche per te.”;
– “Come potrei non essere contento? Sei una donna meravigliosa e sei strepitosa a letto, devo solo entrare nell’ottica che ci sia un terzo incomodo tra di noi, o forse lo sono io? Lasciami il tempo di capire il mio ruolo.”;
– “Quando io e te siamo insieme devi capire che esistiamo solo io e te, P. non esiste, se accetterai questo concetto sarà tutto più facile. Non tutti possono essere predisposti a questo tipo di ragionamento, ricordati sempre che P. per te non esiste, io invece sono tua in tutto e per tutto, puoi chiedermi qualsiasi cosa quando siamo insieme, difficilmente mi sentirai dire di no, naturalmente ho dei limiti anch’io, per il resto tu osa sempre, a me piace il sesso e tutte le sue varianti mi interessano da sperimentare.” – mi baciò e mi disse – “Adesso dormiamo, mi hai distrutta, nel senso buono naturalmente.”.
Quella notte dormimmo abbracciati, nonostante tutta la tensione che avevo in corpo riuscii a riposare benissimo. La mattina seguente i primi raggi di sole che filtravano dalle persiane mi svegliarono, allungai il braccio ma S. non c’era, mi stropicciai gli occhi e la vidi a terra nel salottino che faceva ginnastica, aveva spostato il tavolino e si era piazzata al centro della stanza, indossava un paio di pantaloncini aderenti ed un reggiseno a fascia, non mi sentì, era impegnatissima negli esercizi, la guardai per qualche minuto, il suo corpo era agile ed in forma strepitosa, sembrava una contorsionista per come riusciva ad eseguire gli esercizi. Aspettai ancora qualche minuto e poi le dissi:
– “Hey ma dove sei?” – si alzò e corse verso di me sorridente, mi baciò teneramente e mi disse:
– “Buongiorno dormiglione, scusa ma sono un po’ sudata, stavo facendo stretching.”;
– “Buongiorno a te, come sei attiva di prima mattina.”;
– “Mi sono svegliata presto ma non volevo disturbarti, di solito dormo parecchio al mattino, ho dormito come un ghiro, poi mi sono svegliata e ti ho guardato per un po’, dormivi come un angioletto, avrei voluto mangiarti ma non me la sono sentita, così mi sono sfogata facendo ginnastica. Che ne dici se facciamo colazione?”;
– “Ok dammi il tempo di darmi una rinfres**ta e scendiamo.”;
– “Io volevo farmela portare in camera, ti dispiace se chiamo anche P.?”;
– “Ok fai pure.” – chiamò prima P. per farsi dire cosa volesse e poi il servizio in camera. Pochi minuti dopo bussarono alla porta, S. era in bagno così andai io ad aprire, dalla finestra vidi che era il marito, gli aprii la porta, lui mi salutò ed entrò, sembrava molto intimidito e mi chiese:
– “Non ti spiace vero se mi unisco a voi per la colazione?”;
– “Figurati ci mancherebbe altro.”;
– “Posso parlarti un attimo?”;
– “Certo dimmi pure.”;
– “S. mi ha detto dei discorsi che avete avuto ieri, volevo solo tranquillizzarti sul fatto che non hai nulla di cui scusarti, anzi, come ti ha detto lei il tuo ruolo in questo rapporto è assolutamente di primo piano, qualsiasi cosa io faccia o dica che ti infastidisca sei libero di farmelo presente e di riprendermi, voglio che tu sia consapevole del fatto che io per te sono solo uno spettatore, al tuo completo servizio, hai solo da chiedere ok?”;
– “Ok ok, dovete solo capire che per me è tutta una novità, la tua presenza al momento mi infastidisce quando sono con S. e non sono in grado di dirti se e quando la accetterò, l’unica cosa che ti posso assicurare è che proverò ad ignorarti in quei momenti, tu devi essere il meno visibile possibile per me e tenere le mani lontane, chiaro?;
– “Chiarissimo, ti assicuro che non mi permetterei mai anche solo di avvicinarmi a te, come ti ha spiegato S. io sono totalmente etero, il mio piacere è solo quello di guardarvi, cercherò di essere invisibile per te, promesso!”;
– “Bene, ci tenevo a parlartene di persona e questa mi è sembrata l’occasione giusta.”;
– “Hai fatto bene, se posso fare altro per te hai solo da chiedere.” – nel frattempo arrivò S. e disse:
– “Bene state facendo conoscenza? Che bello, bravi.” – in quel momento bussarono alla porta, era il servizio in camera, P. era l’unico vestito in maniera presentabile, quindi fece entrare il cameriere mentre io e S. rientrammo in bagno. Appoggiato il vassoio sul tavolino del salottino il cameriere se ne andò e ci riunimmo per fare colazione, io e S. ci sedemmo sul divano mentre P. si sedette su una sedia. Mentre la consumavamo S. mi chiese:
– “Allora G. cosa ti piacerebbe fare più tardi?;
– “Non saprei hai in mente qualcosa?”;
– “Io ne avrei in mente tante di cose tesoro…” – rise di gusto e poi aggiunse: “Avrei pensato che la mattinata la potremmo passare qui vista l’ora, magari dopo pranzo si potrebbe andare a fare una passeggiata da queste parti, sei mai stato in questi posti?”;
– “Per me va bene fai te.” – mi venne in mente che dovevo avvisare i miei, guardai l’ora, erano le 10,30 – “Cazzo devo telefonare ai miei, saranno preoccupati non vedendomi in casa, ho pure l’auto di mia madre!”;
– “Usa il cellulare che ti ho regalato no. Sei libero di usarlo a tuo piacimento, telefona subito sbrigati, poverini saranno davvero preoccupati.”;
– “Ok non mi ricordavo che adesso ho pure un cellulare, a proposito grazie anche a te P.”;
– “Figurati non devi ringraziare, siamo noi a dover essere grati a te.” – ero molto imbarazzato, mi sedetti sul letto e telefonai tranquillizzando i miei genitori.;
– “Tutto a posto, per fortuna si erano svegliati da poco anche loro e si erano appena accorti che non ero rientrato.”;
– “Bene, finisci di mangiare G.” – tornai a sedermi sul divano, S. prese dal tavolino un vasettino di nutella, si inginocchiò davanti a me e mi disse – “A me la nutella fa impazzire, quando la vedo mi dimentico quanto faccia ingrassare, se poi la posso spalmare su un cazzo non posso farne a meno.” – mi guardò con aria sensualissima, mi tolse gli slip e comincio a segarmi dolcemente, istintivamente guardai P. senza dire niente, lui si alzò di s**tto e si mise dietro il muretto in camera. S. prese il cucchiaino e cominciò a spalmarmi la nutella sul cazzo partendo dalla cappella ed arrivando fino alla base, dopo averlo sporcato per bene pulì il cucchiaino e cominciò a leccarmelo dal basso verso l’alto, intanto mi parlava guardandomi intensamente:
– “La nutella è densa ed appiccicosa, difficile da rimuovere, bisogna leccare con forza e succhiare a lungo prima di staccarla completamente.” – leccava e succhiava con forza – “Che buona, non saprei dire se è più buona la nutella oppure il tuo cazzo, anzi lo so lo so, è decisamente meglio la crema del tuo cazzo, ne farei indigestione.” – la guardavo che mi spompinava con gusto e mi godevo lo spettacolo. Ad un certo punto lei mi fece l’occhiolino, si girò verso suo marito e gli disse:
– “Hey tu!” – P. si affacciò per vederla meglio, lei cominciò a sbattersi il cazzo sulle guance – “Lo vedi questo? Questo è un cazzo non il tuo! Questo cazzo mi fa impazzire, il tuo mi fa il solletico, quando me lo mette nel culo mi fa male, il tuo manco lo sento, non hai vergogna?” – lui abbassò lo sguardo, mi fece pena poveraccio, lo stava umiliando pesantemente e non capivo se la sua espressione riflettesse fastidio o eccitazione – “Rispondi, non ti vergogni?”, lui a testa bassa rispose:
– “Certo che mi vergogno, magari avessi anch’io un cazzo così, potrei farti urlare come fa lui.”;
– “Invece mi fai il solletico, che sfigato!!!” – si riattaccò al cazzo e cominciò a leccarmelo nuovamente, nel frattempo mi faceva l’occhiolino e sorrideva divertita, io la guardai e le dissi:
– “Dai, non ti sembra di esagerare?”;
– “Non esagero G., ha il cazzo piccolo davvero, con lui riesco a raggiungere l’orgasmo solo dopo aver preso un cazzo come si deve, a volte nemmeno in quel caso, è un dato di fatto è un micro dotato.” – ero imbarazzato per lui, va bene giocare ma mi dava fastidio che lo trattasse in quella maniera, chiamatelo spirito di gruppo ma era fastidioso, quindi le dissi:
– “Adesso basta, succhia e stai zitta!!!;
Le piantai il cazzo tutto in gola e la costrinsi a tenerselo dentro, lei non opponeva resistenza e se ne stava immobile senza problemi, era troppo esperta per non sapere come respirare dal naso, ad un certo cominciò ad essere in difficoltà e cercò di toglierselo ma io la costrinsi a restare ferma, arrossì e cominciò a respirare a fatica, la lasciai alzare, sbavò sul cazzo abbondantemente, gli occhi erano rossi e lucidi, mi guardò e sputò sul cazzo, io la presi di nuovo e con forza glielo piantai nuovamente in gola cominciando a farglielo andare su e giù molto velocemente, senza sosta, poi la feci abbassare e mi feci leccare le palle, lei ansimava ma sembrava divertita, un sorriso beffardo stampato in viso, le piaceva essere trattata così, mi alzai e la feci mettere a quattro zampe, la presi per i capelli e la feci camminare a carponi fino a farla fermare poco prima del muretto dove si trovava P., poi da dietro le abbassai i pantaloncini senza toglierglieli, sputai sul buco del culo e senza nessun riguardo la inculai profondamente. Il cazzo entrò a fatica, non l’avevo preparato prima, lei si abbassò appoggiando le tette al pavimento e girando il viso appoggiando la guancia destra a terra, spinse con forza cercando di farsi aprire un po’ il culo e cercò di mettersi le mani sulle chiappe per aprirle, io le presi i polsi in una mano impedendole di farlo, poi cominciai a scoparla con forza, lei con tono sofferente si lamentò:
– “Ahi, mi fai male così!”;
– “Stai zitta, sei stata cattiva, adesso devi essere punita!!!” – lei sorrise mordicchiandosi il labbro inferiore, le sbattevo il cazzo dentro al culo con una forza inaudita, le palle sbattevano contro il suo culo nudo, P. si godeva la scena con aria tra il sorpreso ed il divertito, la situazione mi piaceva e cominciai a divertirmi nella veste di punitore, la sculacciai con molta forza, pensai di aver esagerato, invece di lamentarsi lei sospirò:
– “Ohhhhhh!!! Siiiiii!!!!!” – il sangue mi saliva alla testa, la volevo punire invece a lei piaceva? La sculacciai ancora più forte sempre inculandola con forza, lasciai uno stampo rosso evidentissimo sulla sua chiappa destra, avendo la pelle chiara il rossore era davvero notevole, lei di nuovo:
– “Ohhhhhh!!! Siiiiii!!!!!” – la sculacciai altre volte, lei sembrava apprezzare e lo sottolineava ogni volta, cambiai mano con la quale tenevo ferme le sue mani, cercò di divincolarsi quindi gliele bloccai, sculacciai l’altra chiappa e le dissi:
– “Stai ferma cazzo!!!” – devastai di sberle anche quella chiappa, adesso aveva il culo tutto rosso, le mie manate si vedevano benissimo ed il suo buco del culo ormai era ormai dilatato per bene.
Mi alzai e la presi in braccio, la buttai sul letto a pancia in su, mi girai e feci segno a P. di andare via, poi mi misi con le gambe aperte piantandogli il cazzo in gola fino alla palle, cominciai a scoparla in gola facendo leva con le braccia per tenere il corpo sollevato, lei teneva la bocca aperta e mi lasciava fare senza dire niente. Avevo bisogno di prendere fiato altrimenti esplodevo, la girai facendola mettere alla pecorina sul letto, la vedevo provata, mi misi con la testa davanti al suo sedere, era tutto martoriato dalle mie sculacciate, il buco del culo era rossissimo, quell’inculata senza preliminari l’aveva devastato nonostante fosse rodato, leccai le chiappe e lei si lamentò:
– “Ahi!”;
– “Ti ho fatto male vero?” – senza voltarsi e con voce sofferente rispose;
– “Si parecchio.”;
– “E ti è piaciuto?” – rispose con voce ferma e decisa girandosi verso di me:
– “Da impazzire!!!” – si passò la lingua sulle labbra e si morse il labbro inferiore, lo faceva spesso quel gesto e mi faceva letteralmente impazzire, credo che lo sapesse e lo faceva appositamente. Continuai a leccarle le chiappe, poi cominciai a leccarle il buco del culo, anche li si lamentò:
– “Mi brucia tanto.”;
– “Sei stata cattiva ed andavi punita, lo capisci vero? Non mi piace che tratti così P.”;
– “Lo so ma a lui piace quando lo umilio, vero P., diglielo anche te” rispose da dietro il muretto il cornuto affacciandosi:
– “Si mi piace, davvero G. lei lo fa per me.”;
– “Vabbè fate voi, comunque andavi punita.”.
Leccai a lungo culo e figa, era bagnatissima, lo feci dolcemente e con molta delicatezza, ansimava continuamente e mi diceva che le piaceva da impazzire, però le bruciava il culo, la feci coricare sulla schiena e leccai nuovamente i suoi buchetti, le cosce ed i piedi, si era rilassata e calmata, le piaceva il sesso violento ma apprezzava comunque farlo con dolcezza, ebbe un orgasmo intensissimo e lunghissimo, mi chiese di aspettare un attimo, cominciavo a conoscerla quindi mi coricai sulla schiena e la invitai a coricarsi su di me, il suo corpo era caldo e sudato, ci baciammo a lungo mentre ancora ansimava dicendomi parole dolci alle quali io contraccambiavo:
– “Sei forte e dolce nello stesso momento G., sei un ragazzo speciale.”;
– “Tu invece sei una ragazza assurda S., bellissima, sensuale e dolcissima quando vuoi, però hai un’anima da zoccola, senza offesa.”;
– “Non mi offendo, lo so di essere una troia, però ricordati che sono la tua troia, hai capito? Solo tua…il tuo cazzo mi fa male e mi da piacere nello stesso momento, non potevo sperare di trovare di meglio sai? E’ grosso, lungo e sempre duro, lo vorrei sempre dentro di me” detto quello si alzò sedendosi sul cazzo, si passò la mano sui capelli, si mordicchiò nuovamente il labbro e con aria dolce e sensuale mi disse – “Adesso scopami come solo tu sai fare.”.
Si alzò leggermente, mi prese il cazzo infilandoselo lentamente nella sua calda e bagnatissima figa cominciando un lento e ritmato movimento circolare, nel frattempo si sgrillettava con una mano e si accarezzava le tette con l’altra. Adesso lo faceva con una dolcezza completamente diversa dalle altre volte, io restavo immobile a guardarla, non la stavo scopando io, era lei che si scopava da sola utilizzando il mio cazzo, si leccava il dito e si sgrillettava, poi me lo passava sul petto e me lo infilava nella bocca, io glielo leccavo bagnandoglielo e lei se lo passava sul clitoride, sesso dolce come si fa tra innamorati, quella donna stava lentamente prendendosi il mio cuore, era impossibile res****rle. Sollevò le chiappe e se lo infilò nel culo:
– “Che male, che male, però che bello, mi piace sentirlo nel culo, è una sensazione bellissima, a te piace incularmi?”;
– “Mi fa impazzire S., ti inculerei per ore.” – l’inculata continuò per parecchio, sempre in maniera dolce e ritmata, cercavo di evitare il suo sguardo perché la vedevo ansimare e sgrillettarsi, volevo res****re di più però cominciavo a sentire il cazzo pulsare, ero pronto a scoppiare, quindi dissi:
– “Adesso però sono al limite.”;
– “Adesso facciamo un gioco, ti fidi di me?”;
– “Certo che mi fido di te.”;
– “Allora lasciami fare.” – Prese una calza autoreggente, mi baciò teneramente e mi coprì gli occhi usandola come benda, poi mi sussurrò:
– “Adesso tu ti rilassi e mi lasci fare ok? Devi sentire quello che faccio senza vedere ne parlare, altrimenti il gioco non è bello, ok? Non devi toglierti la benda fin quando non te lo dico io qualsiasi cosa faccio, altrimenti mi costringi a legarti, promesso?;
– “Ok promesso.”.
Non vedevo nulla, mi leccò la bocca molto dolcemente, io mi prendevo la sua lingua tra le labbra, lei la toglieva e mi leccava nuovamente, poi me la passò sul collo, sentivo i suoi seni sul petto, distinguevo i suoi capezzoli inturgiditi che mi sfioravano, poi passò al petto, sui capezzoli ed intorno all’ombelico, il suo respiro era caldo ed ansimava, passò la lingua sulle gambe arrivando ai piedi, si soffermò a lungo non tralasciandone un solo centimetro, la sentivo godere, non so se si masturbava ma non mi sembrava simulasse, stava godendo sul serio a leccarmi i piedi. Mi prese il cazzo tra i suoi seni e cominciò a segarmelo, ogni volta che arrivava alla cappella se la prendeva in bocca e con la lingua la leccava, sentivo che stavo per esplodere, lei sembrava saperlo e si fermò, cominciò a soffiarmi sul cazzo, intanto mi accarezzava le palle, ero senza fiato, mi sembrava di scoppiare da un momento all’altro ma non venivo. Mi allargò le gambe e mi leccò le palle molto dolcemente, le sfiorava solamente, passò molte volte la lingua tra le palle ed il buco del culo bagnandomi leggermente, avevo i brividi e la pelle d’oca su tutto il corpo, tornò a leccarmi l’asta insalivandola moltissimo, intanto mi sfiorava le gambe con le tette, mi sembrava di venire senza sborrare, una sensazione mai provata prima, difficile spiegarla esattamente. Ero nuovamente al limite, sudatissimo, la gola era asciutta a forza di ansimare, cercai di dire qualcosa ma lei mi mise la mano sulla bocca:
– “Shhhh stai zitto.”.
Si girò e mi mise la figa davanti alla bocca, sentivo i suoi seni sul petto e la sua lingua che mi leccava la pancia, cominciai a leccargliela dolcemente, respiravo a fatica, era bagnatissima, ansimava e leccava dolcemente il cazzo, un “69” spettacolare, ero di nuovo pronto ad esplodere, lei si tirò su e si sedette sul mio petto, mi appoggiò il culo in faccia, sentii che mi stava mettendo il buco del culo davanti alla bocca, tirai fuori la lingua e comincia a leccarglielo, era dilatatissimo, si era allargata le chiappe con le mani per aprirselo, ero senza saliva ma era lei bagnatissima. Restò così per un po’, poi si tolse e tornò a leccarmi i piedi, poi piano piano arrivò al cazzo sputò sopra e cominciò a segarmelo, improvvisamente cambiò tutto, cominciò a spompinarmi ad un ritmo forsennato e disse:
– “Adesso, togliti la benda e guardami!”.
Lo feci ed appena la vista si rischiarò la vidi inginocchiata sul letto con la bocca aperta e la lingua di fuori che mi segava, un dito mi massaggiava con forza tra palle e buco del culo, sborrai in maniera esagerata, almeno 5-6 fiotti di sperma le finirono in bocca, sulla lingua, sul viso e tra i capelli, non riesco a descrivere in pieno l’orgasmo che provai, un qualcosa di estremo, le gambe sembravano bloccate, lei continuava a segarmi, intanto ingoiava di gusto, se lo mise nuovamente in bocca e cominciò a spompinarmi fortissimo, ebbi come l’impressione di avere un altro orgasmo senza sborrare, ero stremato, mai provato nulla di simile, ma cosa mi aveva fatto?
– “Cosa mi hai fatto cazzo, mi sembra di morire.” – mi guardò con aria soddisfatta e sorridente, si cominciò a sbattere il cazzo sulla lingua e mi disse:
– “Di piacere spero.” – le scostai i capelli dal viso, le passai l’indice su una delle strisciate di sperma che le sporcavano il viso vicino ad un occhio raccogliendolo, lei allungò la lingua e lo prese in bocca succhiandolo, ripulendolo ed ingoiando tutto, poi si alzò seduta e lo fece da sola ripulendosi tutto il viso senza dimenticarne una goccia, la guardavo esterrefatto:
– “Ma tu dove le impari queste cose?”;
– “Ti è Piaciuto? Si chiama cum control non ne avevi mai sentito parlare?;
– “Cum cosa? Non ne ho mai sentito parlare.”;
– “Se ti piace te lo farò altre volte, conoscendoti meglio potrei anche farlo durare di più, praticamente sono in grado di farti venire quando lo decido io, ti porto al limite senza lasciarti sborrare più volte, il risultato è che quando finalmente ti lascio venire dovresti avere un orgasmo speciale, fortissimo, non è stato così?”;
– “E’ stato sconvolgente, sento i crampi nella pancia adesso, una cosa stranissima da spiegare, tu sei una dea del sesso S.”;
– “Ma dai, niente di che, adesso però dobbiamo andarci a fare la doccia, tra poco è ora di pranzo.”;
– “Aspetta vieni qui.” – si coricò di fianco a me mettendosi con la testa sul mio petto, mi sentivo in Paradiso, solo in quel momento mi ricordai di P., mi alzai leggermente e non vidi, era sparito, lei mi guardò e mi disse:
– “Era sconvolto, tu non l’hai visto mentre ti facevo quel giochetto, sarà venuto due volte, poi non l’ho più visto nemmeno io, sarò andato a farsi una doccia pure lui.”.
Restammo abbracciati per una decina di minuti, mi accarezzava il petto e la pancia, poi mi disse:
– “Dai andiamo a farci la doccia, ti spiace se ti lavo io, mi piace troppo farlo.”;
– “Ok ma solo doccia perché ho ancora i crampi ala pancia.”;
– “Ok ok solo doccia, promesso.”.
Continua…